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Messina risale nella Qualità della Vita 2025 di ItaliaOggi, molte province siciliane arretrano: l’Isola resta indietro

Milano ancora prima. Le province dell’Isola agli ultimi posti: Caltanissetta fanalino di coda, Palermo e Catania ultime per qualità ambientale, Enna chiude la classifica su turismo e cultura.

Messina compie un significativo passo avanti nella Qualità della Vita 2025 pubblicata da ItaliaOggi e Ital Communications, avanzando di tredici posizioni rispetto allo scorso anno e collocandosi al 90º posto su 107 province italiane. Un miglioramento che si deve soprattutto ai progressi registrati nei settori della salute, del turismo e della sicurezza. Il Report, realizzato in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, conferma però un quadro complessivamente critico per la Sicilia, dove la maggior parte delle province arretra o rimane stabilmente nelle ultime posizioni.

L’edizione 2025 consegna un’Italia nettamente divisa: Milano resta in testa, seguita da Bolzano e Bologna, mentre Caltanissetta chiude nuovamente la classifica confermandosi ultima per qualità complessiva. Palermo scivola, Catania peggiora soprattutto nella qualità ambientale e Agrigento resta ancora nelle ultime posizioni. Enna registra il dato più negativo nella dimensione dedicata al turismo, all’intrattenimento e alla cultura, mentre Ragusa rappresenta l’unica eccezione positiva dell’Isola, grazie a un ottimo risultato nella sicurezza sociale.

Il balzo in avanti di Messina è sostenuto da alcune performance che segnano una rottura rispetto al passato recente. La dimensione “Sistema salute” mostra indicatori più stabili, il turismo beneficia di una crescita costante del territorio metropolitano e la sicurezza segna un miglioramento che contribuisce alla risalita generale. Restano però pesanti le criticità economiche: la provincia si colloca al 98º posto per reddito, al 95º per lavoro e addirittura al 101º per qualità ambientale, confermando un divario profondo con le regioni settentrionali.

Le difficoltà strutturali emergono con chiarezza dal quadro complessivo. Le province siciliane continuano a soffrire nelle dimensioni chiave dello sviluppo – reddito, lavoro, ambiente e istruzione – e il Mezzogiorno nel suo insieme non mostra segnali di avvicinamento alla media nazionale. Gli analisti dell’indagine sottolineano come la frattura tra Nord e Sud si sia consolidata negli ultimi anni, con vaste aree del Meridione caratterizzate da vulnerabilità sociali sempre più marcate.

Messina, pur rimanendo nella parte bassa della classifica, mostra un segnale di inversione di tendenza che potrebbe essere significativo se sostenuto da interventi strutturali nei settori più fragili. La Sicilia nel suo complesso, invece, deve fare i conti con un arretramento generalizzato che rende la distanza dal resto del Paese ancora profonda e difficile da colmare.