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E’ morto Lillo Alessandro, la voce delle tradizioni popolari messinesi

Il maestro dei Canterini Peloritani lascia un’eredità culturale unica. Messina saluta il suo ambasciatore del folklore, protagonista di una vita dedicata alla memoria e all’identità siciliana

MESSINA – Si è spento a 88 anni Lillo Alessandro, punto di riferimento del folklore siciliano e anima storica dei Canterini Peloritani. A darne notizia è stata la figlia Patrizia, che sui social ha pubblicato un breve e intenso video in cui il maestro rendeva omaggio alla sua amata “Missina”, città che ha raccontato, rappresentato e difeso per tutta la vita. La scomparsa di Alessandro, uomo profondamente legato alle radici popolari del territorio, ha immediatamente suscitato un’ondata di messaggi di cordoglio e testimonianze di affetto.

Con il gruppo folklorico da lui diretto per decenni, i Canterini Peloritani, Alessandro ha attraversato i cinque continenti portando ovunque la cultura siciliana. Le sue esibizioni sono arrivate davanti a capi di Stato, personalità religiose, grandi platee internazionali e in alcune tra le più prestigiose manifestazioni di tradizione popolare. Il suo nome è legato a un impegno costante e instancabile, capace di trasformare una passione giovanile in una missione culturale riconosciuta a livello mondiale. Per oltre trent’anni è stato presidente nazionale della Federazione italiana tradizioni popolari, contribuendo in modo decisivo alla diffusione e alla valorizzazione del patrimonio etnografico italiano. Tra gli eventi organizzati negli anni spiccano rassegne di livello internazionale e il premio Colapesce, appuntamento che ha dato grande visibilità alla cultura messinese.

Autore di testi, ricerche, studi sulle danze e sugli abiti tradizionali, Alessandro ha composto anche canti in vernacolo e pubblicato libri diventati punti di riferimento nel settore. Tra gli ultimi, “Il silenzio è complice”, edito da Armando Siciliano, considerato un’opera capace di restituire voce e dignità a un patrimonio spesso dimenticato della vita religiosa e profana della città. Nel corso della sua esistenza ha ricevuto numerosi riconoscimenti: Cavaliere Ufficiale della Repubblica, Croce di Ufficiale dell’Ordine Melitense, “Ambasciatore del Folklore Mondiale”. Titoli che testimoniano la statura di un uomo che ha dedicato tutto se stesso alla comunità.

Messina oggi piange un maestro, come lo definiscono in molti. “Ci lascia un testamento artistico e storico di una testimonianza di messinesità unica e irripetibile, sintetizzata magnificamente nel suo brano ‘A me Missina’” scrivono amici e estimatori sui social, ricordando l’enorme valore umano e culturale di Alessandro. “La città si risveglia più povera, ma non sarà mai dimenticato. Grazie per tutto quello che hai fatto per questa comunità”.

“Addio papà”. Con queste semplici parole Patrizia ha annunciato la perdita del suo caro. Parole profonde, che hanno accompagnato un lutto che tocca l’intera comunità. Perché Lillo Alessandro non è stato solo un uomo di spettacolo: è stato il custode di un’identità, un ponte tra memoria e futuro, un instancabile ricercatore della cultura popolare. Nato ai piedi dei Peloritani, aveva fatto della difesa delle tradizioni siciliane la sua ragione di vita, studiandole con rigore quasi etnografico, trascrivendole, insegnandole, reinterpretandole con rispetto ma senza nostalgia. Con lui scompare un pezzo autentico della città, ma resta un patrimonio immenso, consegnato alle generazioni che verranno.