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Violenza sulle donne, a Messina istituite 12 borse di studio dedicate a Sara Campanella

La Sicilia rafforza il proprio impegno con un’iniziativa promossa dall’assessore Mimmo Turano per universitari dell’ateneo peloritano, tra merito, memoria e prevenzione

MESSINA – La Regione Siciliana rafforza il proprio impegno contro la violenza di genere con una misura concreta che parte dalle aule scolastiche ed universitarie, luoghi di formazione fondamentali per costruire la coscienza civiva delle nuove generazioni. L’assessore regionale all’istruzione e alla formazione professionale, Mimmo Turano, ha annunciato l’istituzione a Messina di 12 borse di studio intitolate a Sara Campanella, la studentessa dell’università di Messina uccisa lo scorso marzo. Una scelta che, oltre a sostenere il merito accademico, punta a promuovere nelle scuole e negli atenei una cultura fondata sul rispetto, sulla legalità e sulla prevenzione della violenza.

Un ricordo che diventa responsabilità collettiva

“È aberrante che, ancora nel 2025, esistano uomini dalla parvenza di esseri umani e privi di anima, che abusano psicologicamente e fisicamente delle donne e le uccidono. Uomini che di umano non hanno nulla”, afferma Turano, con parole che non lasciano spazio a interpretazioni. “La violenza non si giustifica, non si assolve, si condanna sempre”. Da qui la volontà di trasformare la memoria di Sara in un percorso educativo, capace di incidere sulle coscienze e generare un cambiamento reale.

Il provvedimento, rientrato nella legge di variazione di bilancio approvata lo scorso giugno dall’assemblea regionale siciliana, prevede uno stanziamento annuale di 50 mila euro destinati esclusivamente al finanziamento delle borse di studio.

Il valore della formazione: premiati merito, consapevolezza e impegno civile

L’iniziativa, promossa dall’assessorato all’istruzione, mira a sostenere il merito accademico e, allo stesso tempo, a sensibilizzare gli studenti sui temi della violenza di genere. A partire dall’anno accademico 2025/2026, le risorse permetteranno l’assegnazione di: 8 borse di studio da 4mila euro ciascuna destinate a studentesse e studenti dei corsi di laurea in professioni sanitarie dell’università di Messina e 4 borse da 4mila 500 euro rivolte a laureati e laureate che abbiano discusso una tesi sul femminicidio o più in generale sulla violenza di genere.

Si tratta di un intervento che incrocia formazione, sostegno economico ed impegno sociale, riconoscendo il ruolo strategico dell’università nel costruire competenze ma anche consapevolezza. Le professioni sanitarie, inoltre, rappresentano un presidio cruciale nella prevenzione e nell’intercettazione dei segnali di maltrattamento, rendendo i futuri operatori sanitari attori fondamentali nel contrasto alla violenza sulle donne.

“Il rispetto si costruisce giorno per giorno”

Turano insiste sulla necessità di partire dai più giovani per generare una reale trasformazione culturale. “Il valore profondo del rispetto dell’altro, sottolinea, si costruisce ogni giorno, lavorando con i giovani, creando percorsi che diffondano legalità e consapevolezza”. Educare all’autodeterminazione, all’autonomia, all’indipendenza e alla libertà di scelta non è soltanto un principio astratto, ma un traguardo che richiede progettualità e continuità.

Tra le iniziative già avviate, l’assessore ricorda il progetto “Arte di ogni genere”, percorso formativo che affronta la violenza attraverso linguaggi artistici e le diverse attività sviluppate in memoria delle donne vittime di femminicidio. “Stiamo lavorando su questo – afferma Turano – e continueremo a farlo anche nel nuovo anno scolastico”.

Un investimento sulla cultura del rispetto

In un anno segnato da un numero drammatico di femminicidi in Italia, la scelta di dedicare borse di studio alla memoria di Sara Campanella diventa un monito, un richiamo alla responsabilità della comunità educativa e delle istituzioni. La memoria di Sara, custodita oggi in un provvedimento concreto e rivolto ai giovani, diventa così un impegno quotidiano, un percorso di conoscenza e civiltà, affinché la violenza non trovi più spazio, né giustificazioni.