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Cecilia Larosa presenta “Duci Amuri Meu”, il brano che racconta la sua Calabria

L'artista ha aperto negli ultimi anni i concerti di Loredana Bertè, Vasco Brondi, Tiromancino, Ricchi e Poveri, Matia Bazar e Lorenzo Fragola

Una voce capace di intrecciare musica, mito e memoria. La cantautrice calabrese Cecilia Larosa torna con “Duci Amuri Meu”, un brano che fonde la dolcezza del dialetto calabrese con la forza evocativa della poesia. Scritto insieme alla poetessa Ilda Tripodi, con musica firmata dalla stessa Larosa e da Piero Cassano, il brano nasce dall’incontro tra parola e suono, in un equilibrio che restituisce profondità e autenticità.

Le radici calabresi come identità artistica

Ispirato al mito di Orfeo ed Euridice, “Duci Amuri Meu” racconta un amore sospeso tra desiderio e distanza, tra dolcezza e condanna. Nelle interpretazioni della cantautrice, la leggenda antica diventa una metafora di trasformazione e rinascita, un modo per dare voce alle emozioni più intime. “Sono nata in Calabria, a Locri, e cresciuta a Vibo Valentia — due luoghi che custodiscono l’eredità della Magna Grecia”, spiega Larosa. “Con questo brano ho voluto tornare alle mie radici, evocando immagini e sensazioni che porto con me da sempre.” Con “Duci Amuri Meu”, Cecilia Larosa firma una ballata intensa e senza tempo, in cui lingua, voce e melodia si intrecciano per raccontare un sentimento viscerale e universale. Un brano che diventa anche un omaggio alla sua terra, alla sua storia e a un patrimonio culturale che continua a vivere attraverso la musica.

Un percorso artistico in continua crescita

Artista dalla formazione solida e dal percorso in costante crescita, Larosa ha aperto negli ultimi anni i concerti di Loredana Bertè, Vasco Brondi, Tiromancino, Ricchi e Poveri, Matia Bazar e Lorenzo Fragola, conquistando pubblico e critica per sensibilità, eleganza interpretativa e autenticità.