PALERMO – La Sicilia si ritrova al centro di una nuova emergenza infrastrutturale ed economica. Il caro materiali, lungi dall’essere un fenomeno superato, continua a produrre effetti devastanti sulla filiera delle costruzioni e minaccia la continuità di centinaia di cantieri pubblici sull’isola. A lanciare l’allarme è l’Ance Sicilia, che fotografa uno scenario preoccupante. 755 Gli interventi attualmente in corso, per un valore complessivo di 14,2 miliardi di euro, risultano esposti al rischio di rallentamento o blocco a causa dell’assenza di adeguati meccanismi di revisione prezzi e della carenza di risorse necessarie a coprire gli aumenti dei costi registrati negli ultimi anni.
La morsa dell’inflazione, aumenti fino al 65% sui materiali strategici
Secondo le elaborazioni del centro studi di Ance nazionale basate sui dati Cnce Edilconnect, si tratta in larga parte di appalti aggiudicati con prezzari ormai non più aderenti alla realtà del mercato. Le imprese, spiegano da Ance, si trovano a dover realizzare opere pubbliche con costi crescenti non previsti né riconosciuti nei quadri economici originari.
Una situazione resa ancora più complessa da un’inflazione che, nel settore delle costruzioni, mantiene livelli molto superiori rispetto al periodo pre-Covid. I dati Istat confermano incrementi significativi con acciaio +30%, bitume +49%, rame +65%. Nel complesso, la realizzazione delle opere pubbliche costa oggi il 30% in più rispetto alle previsioni formulate al momento delle gare. Un differenziale che, senza adeguati ristori, si traduce in esborsi finanziari insostenibili per le imprese esecutrici.
I cantieri del Pnrr sotto pressione
Del totale degli interventi a rischio, 273 cantieri, pari a circa 4,4 miliardi di euro, fanno parte della galassia del Pnrr. Si tratta di opere cruciali per la modernizzazione dell’isola che riguardano infrastrutture digitali, edilizia scolastica, reti idriche e progetti di rigenerazione urbana che devono rispettare scadenze stringenti imposte dall’Unione Europea. Ogni rallentamento, osserva Ance Sicilia, può compromettere l’avanzamento del Piano e generare ripercussioni a catena sulla credibilità istituzionale e sulla capacità di spesa dei fondi.
Russo (Ance): “Emergenza nazionale, imprese allo stremo”
A rendere più critico il quadro è la mancanza di ristori adeguati. I ritardi nel pagamento degli aumenti riconosciuti per gli anni precedenti e, soprattutto, l’assenza di stanziamenti per coprire il fabbisogno del 2025 e del 2026, delineano un orizzonte di incertezza che rischia di trascinarsi ancora a lungo.
“Senza risorse aggiuntive e senza la proroga delle misure di compensazione al 2026 – avverte il presidente di Ance Sicilia, Salvo Russo – diventerà impossibile garantire la continuità dei lavori. Le imprese stanno già sostenendo anticipazioni finanziarie ingenti, non più sopportabili a lungo. Il rischio concreto è la paralisi della filiera e un colpo durissimo agli obiettivi del Pnrr”.
Un grido d’allarme che non riguarda solo il settore delle costruzioni, ma l’intera economia isolana. La Sicilia, ricorda Russo, è oggi “maglia nera nazionale”, con il 15% degli importi dei lavori non coperti, davanti persino alla Lombardia che pesa per il 13%. Una posizione che testimonia la fragilità del sistema infrastrutturale isolano e la necessità di interventi tempestivi.
La richiesta di un appello collettivo: “Serve un fronte comune”
Di fronte a numeri così allarmanti, l’Ance Sicilia chiama a raccolta istituzioni, politica e parti sociali. “Invochiamo l’aiuto della Regione, dell’Assemblea Regionale Siciliana, dei partiti, dei parlamentari nazionali e dei sindacati – conclude Russo – affinché sollecitino il governo e il Parlamento a stanziare le misure finanziarie necessarie per garantire la prosecuzione dei lavori e la loro puntuale realizzazione”.
Un appello che punta a salvaguardare non solo i cantieri aperti, ma anche i livelli occupazionali e la tenuta di un settore che, negli ultimi anni, ha contribuito in modo determinante alla crescita del Pil siciliano.
Un nodo cruciale per il futuro dell’Isola
La gestione del caro materiali si conferma dunque una delle sfide più delicate per la Sicilia. Senza interventi strutturali, la regione rischia di veder compromesso lo slancio verso la modernizzazione e lo sviluppo infrastrutturale avviato negli ultimi anni. La continuità dei cantieri, soprattutto quelli legati al Pnrr non rappresenta soltanto un obiettivo economico, ma un passaggio strategico per il futuro dell’Isola e per la capacità della Sicilia di cogliere appieno le opportunità della stagione di investimenti pubblici più significativa dell’ultimo ventennio.
