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Bocciata la mozione di sfiducia all’Ars (41 voti contrari e 26 favorevoli): Schifani resta al timone

L’Assemblea regionale respinge l’atto delle opposizioni. Il presidente attacca il fronte avversario: “Tre ore di accuse e nefandezze”

PALERMO – La mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni nei confronti del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, è stata respinta dall’Assemblea regionale siciliana al termine di una seduta tesa e seguita con grande attenzione. A prevalere sono stati i voti contrari, 41, contro i 26 favorevoli. Per approvare l’atto sarebbe stato necessario raggiungere la maggioranza assoluta dell’Aula, pari a 36 consensi. Assenti i deputati De Leo, Ferrara e Pace. La seduta è stata presieduta dal presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, per il quale nel pomeriggio la procura di Palermo ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di corruzione e peculato.

Nel suo intervento prima della votazione, Schifani ha contrattaccato il fronte delle opposizioni, parlando di “tre ore di accuse e nefandezze politiche”. Il governatore ha sottolineato come, a suo dire, manchi una reale proposta alternativa: “Una controproposta di programma delle opposizioni non c’è”. Ha poi affrontato il tema degli appalti, spiegando che i grandi progetti regionali – dal polo pediatrico ai termovalorizzatori – sono stati affidati a Invitalia proprio per garantire trasparenza e procedure più solide. “Ma se un funzionario regionale fa un patto scellerato con un imprenditore, cosa può fare il governo della Regione? – ha detto – La vicenda di Totò Cuffaro è stato uno scossone. Resta inalterato il rapporto di stima verso i due ex assessori e il gruppo parlamentare della Dc. Ci sono altri casi, è vero, ma sono garantista e attendo le sentenze”.