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Emergenza Etna, allarme della Protezione civile: fontane di lava e aree interdette

Attivata la fase operativa locale dopo il passaggio ai livelli F1 e F2 del sistema EtnaS. Rafforzate le misure di sicurezza nell’area sommitale del vulcano

CATANIA – L’Etna torna a farsi sentire e fa scattare l’allarme. La Protezione civile regionale ha confermato l’attivazione della fase operativa locale di allarme per i comuni dell’area etnea, dopo la dichiarazione dei livelli F1 e successivamente F2 del sistema di allertamento rapido EtnaS. Si tratta della soglia che segnala un’altissima probabilità di eventi imminenti o già in corso, come le fontane di lava osservate nelle ultime ore dai crateri sommitali del vulcano.

Il cambio di scenario eruttivo ha portato a un immediato rafforzamento delle misure di sicurezza, mentre l’evoluzione del fenomeno viene seguita in tempo reale dagli enti scientifici e dalla Protezione civile.

Le misure di sicurezza attivate

Con l’allerta è stata disposta l’interdizione dell’accesso alle aree considerate più esposte. In particolare, resta vietato l’ingresso sia nella zona sommitale, indicata come ZS, sia nella zona a pericolosità permanente, la ZPP. Le persone non devono accedere alle aree interdette e sono invitate a rispettare le indicazioni delle autorità locali. I sindaci dei comuni interessati hanno attivato le ordinanze di interdizione previste, mentre le strutture operative della Protezione civile hanno messo in funzione i servizi di emergenza stabiliti dai piani di protezione civile. Una grafica diffusa dagli enti competenti illustra l’estensione delle aree interdette.

Il controllo costante del vulcano

La situazione è monitorata senza sosta dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, in raccordo con il dipartimento nazionale e quello regionale della Protezione civile. Il coordinamento avviene anche attraverso riunioni online, utili a condividere dati aggiornati sullo stato del vulcano e a valutare le misure di mitigazione del rischio più adeguate.

L’evoluzione dell’attività eruttiva

L’attività dell’Etna ha mostrato nelle ultime ore un’evoluzione significativa. L’attività stromboliana dei crateri sommitali si è trasformata in fontane di lava accompagnate da emissioni di cenere vulcanica. A confermare il quadro è il Vona, l’avviso per l’aviazione emesso dall’Ingv-Osservatorio etneo di Catania, che ha raggiunto il colore rosso, il livello massimo previsto. Al momento, tuttavia, l’eruzione non incide sulla piena operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.

Tremore vulcanico e colate

I dati della rete di monitoraggio dell’Ingv indicano valori elevati del tremore vulcanico, un parametro che riflette l’energia interna del vulcano e la risalita del magma nei condotti. In mattinata si è registrato un rapido aumento dell’ampiezza del tremore, seguito da una successiva diminuzione che ha riportato i valori su livelli medio-alti. Le sorgenti del tremore restano localizzate nell’area del cratere di Nord-Est, a una quota di circa 2.700 metri sul livello del mare.

Dal cratere di Nord-Est sono state osservate fontane di lava alte tra i 150 e i 200 metri, accompagnate da emissioni di cenere. Una bocca apertasi sull’alto fianco orientale del cratere Voragine ha prodotto sporadiche emissioni e avrebbe dato origine a un flusso lavico diretto verso la parte alta della Valle del Bove. La presenza di una persistente copertura nuvolosa sul versante orientale limita l’osservazione dell’estensione della colata, ma sono in corso sopralluoghi da parte del personale dell’Ingv.

Attenzione alta sull’Etna

L’attività dei crateri sommitali genera una colonna eruttiva alta diversi chilometri, composta in prevalenza da vapore, diretta verso Ovest-Sud-Ovest. Al momento non si segnalano ricadute di cenere in aree abitate. L’attenzione resta alta e la Protezione civile continua a seguire passo dopo passo l’evoluzione del fenomeno, richiamando alla massima prudenza e al rispetto delle misure di sicurezza adottate.