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Dati falsi sulla pandemia: arresti in Sicilia. Si è dimesso l'assessore Razza

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L’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, indagato dalla Procura di Trapani nell’inchiesta sulla presunta trasmissione di dati falsi all’Iss per alterare le informazioni sul Covid, ha presentato le sue dimissioni. “Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni”, dice Razza. E aggiunge: “Alla luce della indagine della Procura di Trapani che mi vede indagato, nel confermare il massimo rispetto per la magistratura, desidero ribadire che in Sicilia l’epidemia è sempre stata monitorata con cura”.

I fatti

I Carabinieri del Nas di Palermo e del Comando Provinciale di Trapani hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di appartenenti al Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana. I reati contestati sono: falso materiale ed ideologico in concorso. In particolare gli arrestati sono accusati di aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati riguardante la pandemia, modificando il numero dei positivi e dei tamponi. Ai domiciliari sono andati Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, Salvatore Cusimano, funzionario regionale, ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici dell’assessorato.

Sono indagati l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, il vice capo di gabinetto Ferdinando Croce e Mario Palermo, direttore del Servizio 4 del Dasoe. A Razza è stato notificato un invito a comparire con avviso di garanzia. E’ accusato di falsità materiale ed ideologica. I carabinieri gli hanno anche sequestrato dei telefoni.

40 episodi di falso

Dal mese di novembre sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma, l’ultimo dei quali risalirebbe al 19 marzo 2021. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri sette indagati alla ricerca di materiale informatico e documenti utili alle indagini. Infine sono state acquisite email e dati presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e Dipartimento.

Le intercettazioni

Di Liberti chiamava una persona al telefono in modo che avvertisse l’assessore Razza: “Digli solo… Biancavilla, i deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?”. “Ma sono veri?”, chiedeva Razza, la cui voce entrava nella conversazione. “Sì solo che sono di tre giorni fa”, aggiungeva la dirigente. “E spalmiamoli un poco”, concludeva Razza.

Il 27 dicembre Di liberti chiamava di nuovo l’assessore per informarlo di avere verificato che i ricoveri erano aumentati di 40 unità per cui non sapeva cosa fare. E Razza rispondeva: “vediamo … semmai, stringiamo na picca… vediamo… va…”.

Ed ancora la dirigente lo informava che “poi martedì… ti faccio vedere… sono tutti i positivi… da recuperare… poi li vediamo insieme. Ve bene?”. “Ma quanti sono?”, chiedeva l’assessore. Risposta: “Assai. Poi te li faccio vedere…poi te li faccio vedere… va bo?”. E Razza: “Va bene…”. Da qui le parole del giudice che parla di consapevolezza da parte di Razza.

Il Codacons presenta un esposto

Con un esposto che sarà presentato oggi alla Procura di Trapani, il Codacons denuncia la Regione Siciliana per concorso in epidemia colposa e si costituisce parte offesa nella grave vicenda dei presunti dati sul Covid falsati per evitare la zona rossa. Gia’ lo scorso giugno l’associazione aveva presentato un esposto ai magistrati siciliani “segnalando come i dati sui contagi registrati in regione fossero sbagliati e la presenza di possibili anomalie nella curva dei positivi, chiedendo di indagare per il reato di falso ideologico”.

 

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