Il 1° novembre in Guatemala si celebra il Día de Muertos, una festa profondamente radicata nella tradizione che vede i guatemaltechi onorare i propri cari defunti con cerimonie ricche di simbolismo. Durante questa giornata, le famiglie visitano i cimiteri, adornano le tombe con offerte floreali, cibo e incenso, e allestiscono altari nelle case o nei luoghi di sepoltura per invitare simbolicamente i loro defunti a tornare temporaneamente sulla Terra.
L’origine di questa celebrazione affonda le radici nel passato di oltre 500 anni, quando le credenze preispaniche si fusero con quelle cattoliche, creando un evento sincretico unico. Il popolo guatemalteco accoglie il ritorno spirituale dei defunti con una dedizione che ricorda il legame profondo tra i vivi e i morti tipico anche di alcune tradizioni italiane, in particolare siciliane.
In questa giornata di commemorazione, la fusione tra il cristianesimo e la cultura Maya si esprime in figure spirituali come Maximón, un “santo” particolare non ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa cattolica. Maximón è una statua di legno vestita con abiti eleganti e un cappello; ogni anno, le famiglie lo ospitano per un lungo periodo, durante il quale ricevono i fedeli che gli chiedono protezione e favori. Lo sciamano, in una pratica che mescola preghiere cristiane con frasi in lingua Maya, purifica i fedeli offrendo alcol e sigarette alla statua e soffia del rum sui presenti come gesto di benedizione.
Questa celebrazione del Día de Muertos guatemalteco è un esempio potente di sincretismo religioso e culturale, che mantiene vive tradizioni secolari e rinnova ogni anno il legame tra il mondo dei vivi e quello dei morti, rafforzando il senso di comunità e appartenenza di un popolo profondamente fedele ai propri antenati.