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Flc-Cgil Messina contro i tagli scolastici: allarme per la riorganizzazione

Conferenza al Salone degli Specchi: il sindacato ribadisce la contrarietà alla riduzione delle scuole e lancia un appello ai sindaci per difendere i territori
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MESSINA – “Ribadiamo con forza la nostra contrarietà ad ogni tipo di dimensionamento scolastico”. Con queste parole, Patrizia Donato, segretaria generale della Flc-Cgil Messina, ha aperto la conferenza territoriale sulla riorganizzazione della rete scolastica, tenutasi oggi presso il Salone degli Specchi della Città metropolitana. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo della scuola, amministratori locali e sindacalisti, uniti nel discutere le prospettive future del sistema educativo locale.

La segretaria Donato ha ribadito come, da oltre un anno, l’organizzazione sindacale abbia condotto una battaglia serrata contro i tagli proposti dal governo, intervenendo su tutti i livelli – provinciale, regionale e nazionale. “Con l’inizio del nuovo anno – ha spiegato – siamo ancora a discutere di ulteriori accorpamenti per la Sicilia e per il nostro territorio. Ogni volta ci troviamo a fronteggiare proposte che mirano a indebolire la rete scolastica, senza considerare le reali esigenze delle comunità”.

La segretaria ha evidenziato l’esperienza negativa dello scorso anno, durante il quale le proposte degli Uffici scolastici provinciali e regionale sono state stravolte da decisioni politiche. Decisioni, queste, che secondo Donato “hanno seguito regole e logiche lontane dalla tutela dei territori fragili e dalla salvaguardia del diritto allo studio”. Ha sottolineato come i tagli, spesso mascherati da interventi di razionalizzazione, finiscano per incidere pesantemente su realtà già svantaggiate.

Donato ha portato alla luce i dati concreti legati alla situazione della provincia, spiegando che il prossimo anno scolastico potrebbe comportare la perdita di tre istituzioni scolastiche, una nel centro cittadino e due nelle aree periferiche. “Siamo alle solite – ha continuato – con operazioni che depotenziano la scuola pubblica in termini di risorse finanziarie e professionali. Già il Sud paga un prezzo altissimo per la dispersione scolastica, carenze strutturali, mancanza di spazi adeguati per le attività sportive e un numero ridotto di palestre. Il tempo pieno è offerto in percentuale irrisoria rispetto ad altre regioni del Paese. Non possiamo permettere che la scuola arretri ulteriormente, contribuendo allo spopolamento del nostro territorio”.

Nel corso della conferenza, altri interventi hanno messo in evidenza come la riduzione delle scuole colpisca non solo gli studenti ma l’intero tessuto sociale ed economico. “Quando una scuola chiude, non è solo un edificio che si svuota – ha affermato un rappresentante dei genitori – ma è un presidio di vita, di aggregazione e di crescita che viene meno”.

Donato ha sottolineato che il ruolo del sindacato non è scegliere quali scuole mantenere e quali chiudere, ma lottare per il rafforzamento della scuola pubblica e la salvaguardia delle autonomie scolastiche. “Il nostro compito – ha ribadito – è difendere l’accesso all’istruzione per tutti e garantire che nessun territorio venga privato di questo diritto fondamentale”.

Rivolgendosi direttamente ai sindaci e agli amministratori locali, la Flc-Cgil ha lanciato un appello affinché si uniscano alla difesa delle comunità e del diritto sancito dalla Costituzione di poter usufruire di un presidio scolastico presente sul territorio. “La scuola – ha aggiunto Donato – è il cuore della comunità. Vedere ridursi le realtà educative significa anche veder scomparire servizi essenziali e opportunità di crescita per i giovani e le famiglie”.

La segretaria ha concluso sottolineando l’impegno della Flc-Cgil a vigilare attentamente sulle proposte di riorganizzazione, rimarcando come le decisioni di natura politica siano spesso lontane dalle realtà locali e dai bisogni concreti. “Non ci stancheremo di ripetere – ha concluso – che anche una sola scuola in meno significa molto, sia sul piano occupazionale che su quello sociale e culturale. La nostra battaglia continuerà finché non verrà riconosciuta l’importanza di investire nella scuola pubblica per il futuro delle nostre comunità”.