Si torna a parlare di tampon tax. In Scozia è in vigore già dal 2018 una legge che ha reso gli assorbenti gratuiti per tutte le studentesse. Oggi torna sul campo con una proposta di legge che, se definitivamente approvata, renderà gli assorbenti gratuiti per tutte le donne e disponibili anche in luoghi pubblici come centri sociali e di aggregazione giovanile oltre che nelle farmacie.
L’obiettivo è quello di proteggere le persone a basso reddito che non si possono permette di acquistare assorbenti e tamponi.
Una battaglia che si combatte da anni. Avere le mestruazioni è una cosa del tutto naturale ed è per questo che i beni per l’igiene femminile andrebbero considerati di prima necessità.
Secondo le stime le donne con un ciclo che dura in media 5 giorni possono arrivare a spendere fino ad 8 sterline al mese (circa 12 euro), un costo che in caso di povertà diventa inaccessibile.
La nuova proposta di legge della Scozia ” Period Products Scotland Bill”, presentata da Monica Lennon, potrebbe fare da apripista ad altri paesi. Il Period Products Scotland Bill ha passato la prima fase con 112 voti a favore, nessuno contro e un’astensione e approderà ora alla seconda fase, dove i parlamentari potranno proporre emendamenti.
A partire dal 2007, l’Unione europea ha autorizzato gli Stati membri a modificare a ribasso la Tampon tax. Alcuni Paesi hanno colto l’opportunità abbassando notevolmente l’aliquota come la Germania. Dal primo gennaio 2020 infatti in Germania l’Iva è passata dal 19% (quella prevista per le merci di lusso, come sigarette e vino) al 7% (la quota prevista per i prodotti di necessità giornaliera).
In Italia l’Iva è scesa al 5% solo su assorbenti biodegrabili e compostabili. La prima firmataria dell’emendamento è l’Onorevole Laura Boldrini, da anni impegnata nella battaglia contro l’IVA al 22%, quella dei beni di lusso, applicata a prodotti di prima necessità come quelli per l’igiene femminile. L’IVA ridotta al 5% dovrebbe riguardare non solo i prodotti bio al 100%, come prevedeva l’emendamento al Decreto Fiscale proposto dal Movimento 5 Stelle, ma anche gli assorbenti compostabili. La differenza tra biodegradabile e compostabile sta nei tempi della degradazione e nei residui alla fine del compostaggio industriale. Per essere definito biodegradabile, un prodotto deve decomporsi del 90% entro 6 mesi, mentre un prodotto compostabile deve disintegrarsi in meno di 3 mesi e non essere più visibile. Purtroppo però questi prodotti riguardano ancora una piccola fetta sul mercato dei beni per l’igiene intima.
Resta ancora lunga la strada ma qualcosa si sta muovendo.