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Fine di una mattanza, addio al Festival della carne di cane in Cina

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Una vera e propria mattanza quella che da anni si consuma in Cina durante il Festival di Yulin o tristemente noto come Festival della carne di cane.

Centinaia di animali brutalmente uccisi, spesso sottratti alle loro case o catturati dalle strade per poi essere trasportati a Yulin già in condizioni inaccettabili.

Solitamente questo orrore si consuma con l’arrivo del solstizio d’estate ed è legato ad una antica tradizione.

Quest’anno il festival non si terrà.

Per la prima volta nella storia, la Cina classifica cani e gatti come animali domestici. Una notizia che si attendeva da tempo alla quale gioire.

«Una svolta davvero storica», ha affermato Michela Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che ricorda come «la stragrande maggioranza dei cittadini cinesi sostiene da tempo il divieto di mangiare carne di cane».

Secondo un sondaggio condotto dalla Humane Society International nel 2016, la maggior parte dei cittadini in Cina non mangia cani e circa il 64% è a favore dell’abolizione del festival di Yulin.

Le scene riprese durante il Festival hanno indignato il mondo, anche il noto programma televisivo “Le Iene” aveva dedicato un servizio. La macellazione avviene in pessime condizioni sanitarie, i cani vengono bastonati, strangolati e scuoiati o bolliti vivi.

Questa immane spietatezza è messa in atto sulla base dell’infondata credenza secondo cui la scarica di adrenalina generata dal terrore a cui il cane è sottoposto garantisca non solo un sapore migliore e maggior tenerezza alla carne, ma anche la capacità di proteggere chi la consuma dalla calura dei mesi estivi.

Dopo anni di lotte finalmente il Ministero dell’Agricoltura ha aggiornato il Catalogo Nazionale del bestiame e pollame eliminando cani e gatti dalla lista di animali commestibili, classificandoli invece come animali domestici.

I cani non sono cibo, ma compagni di vita.