Che la Sicilia sia una meta ambita da molti non è un segreto. Quello che i più non sanno, però, è che l’isola cela luoghi nascosti, mete difficili da trovare in un normale itinerario.
A svelarli e raccontarli, con un articolo pubblicato lo scorso 10 gennaio, è Erin Florio ( nell’immagine in evidenza), Travel News Director a Condé Nast Traveler. Da anni realizza reportage di viaggio in giro per il mondo e di recente è tornata nell’isola per la sesta volta.
La giornalista nei suoi recenti viaggi non aveva avuto modo di conoscere l’isola nel profondo; infatti, come lei stessa ammette ne aveva avuto solo un assaggio.
Non è stato però il caso del suo ultimo viaggio, caratterizzato questa volta da un lungo itinerario che l’ha portata alla scoperta della Sicilia tipicamente non turistica, Florio si è infatti lasciata guidare dagli abitanti dei luoghi che visitava e che le hanno rivelato scorci e attività poco conosciute.
L’aiuto maggiore per la donna arriva da Gary Portuesi, l’agente di viaggio newyorkese dalle origini Siciliane che da anni crea itinerari personalizzati per i suoi connazionali che vanno a visitare l’isola.
Tra i luoghi visionati e che hanno sicuramente suggestionato Erin Florio c’è sicuramente Palermo. A colpirla i palazzi storici, come il Palazzo Valguarnera-Gangi e in particolare la città sotterranea: la sua rete di cunicoli, che furono usati da monaci, suore o dalla controversa setta dei Beati Paoli, sarebbe stata per lei introvabile senza i dovuti aiuti.
A lasciarla stupita anche le Saline dello Stagnone di Marsala, questa meta in particolare la conosceva già in quanto negli anni precedenti era passata per una rapida occhiata dall’auto, occhiata che non era bastata però a farle scoprire un’arte dimenticata, quella dei salinai: “uomini a torso nudo, in calzoni corti e stivali di gomma, che spalano mucchi di sale da deporre su carriole che poi fanno rotolare con fatica, facendole traballare sulla superficie di quel terreno nel quale un sottile strato di acqua produce riflessi di tale brillantezza da sembrare una distesa di ghiaccio, fino a giungere ad un grosso cumulo che sta proprio al termine delle saline…” cita il suo articolo,“visitare le saline, insomma, equivale ad osservare pratiche secolari la cui esistenza, un po’ per via della tecnologia un po’ le opportunità che si presentano altrove, potrebbe presto giungere al termine”.
La sua ultima tappa è stata l’Etna, “il vulcano che con la sua potenza potrebbe distruggere gran parte dell’area circostante in appena qualche minuto”. Con un suolo ricco di minerali, grazie ai flussi di lava condensati, attira diversi importanti produttori vitivinicoli italiani; in una di queste aziende Florio prova il Nerello Mascalese osservando un paesaggio caratterizzato dalle vigne.
Un viaggio il suo non poco difficile, innanzitutto per le difficoltà create dai mezzi di trasporto, “fare un tour in Sicilia significa passare un sacco di tempo in auto. Non c’è alternativa”. Anche la pandemia non le ha reso il viaggio semplice: “questo è l’anno in cui siamo tornati lì fuori”, scrive “mentre guardiamo avanti a ciò che ha in serbo il 2022, è chiaro che le nostre priorità di viaggio sono cambiate”.