banner_teatro
politica

Elezioni di secondo grado nelle ex Province rinviate: decisione del centrodestra all’Ars

L'assemblea regionale proroga i commissari nelle ex Province e posticipa il voto ad aprile, in attesa di una nuova legge per il suffragio universale. I sindaci esprimono delusione
Condividi su:

PALERMO – Il voto per le elezioni di secondo livello nelle ex Province siciliane, originariamente previsto per il 15 dicembre, è stato annullato. La decisione è arrivata ieri sera, quando la maggioranza di centrodestra all’Assemblea regionale siciliana ha approvato un emendamento inserito nella riforma urbanistica. La scelta, con 28 voti favorevoli contro 22 contrari, non solo posticipa le elezioni, ma proroga i commissari alla guida dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane fino a primavera. La norma stabilisce che le elezioni potrebbero svolgersi tra il 6 e il 27 aprile 2025, ma il centrodestra punta ora a introdurre una legge che riporti il voto diretto per questi enti.

Nella seduta, svoltasi in un clima acceso, i deputati dell’opposizione hanno espresso disapprovazione esibendo in aula cartelli con la scritta “Vergogna” e accusando la maggioranza di manipolare il processo elettorale. La delusione si è estesa anche tra i sindaci siciliani, molti dei quali attendevano le elezioni come un passaggio cruciale per garantire maggiore autonomia amministrativa.

Il dibattito sulle ex Province si è riacceso nei mesi scorsi, con il centrodestra che ha depositato un disegno di legge per reintrodurre il voto diretto, confermando l’intento di permettere ai cittadini di scegliere i rappresentanti provinciali. Tuttavia, i tempi tecnici per l’approvazione della nuova legge appaiono stretti, vista l’imminente sessione di bilancio e il fitto calendario legislativo all’Ars. Per ora, il rinvio delle elezioni concede più tempo all’Assemblea per votare la riforma e potenzialmente reintrodurre il suffragio universale, ipotizzando di accorpare le consultazioni elettorali con le amministrative della primavera 2025.

Resta da vedere se il centrodestra riuscirà a concretizzare il progetto del voto diretto nelle Province entro i termini previsti, o se la questione subirà ulteriori proroghe.