Nella mattinata di oggi, il Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber” di Messina ha celebrato la ricorrenza della “Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma, con una serie di cerimonie che hanno unito spiritualità e memoria storica. L’evento ha coinciso con l’83° anniversario della battaglia di Culqualber e con la “Giornata dell’Orfano”, rendendo omaggio al sacrificio dei militari caduti.
Le commemorazioni hanno preso avvio presso la caserma “A. Bonsignore”, dove il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Truglio, comandante interregionale, ha deposto una corona di alloro al monumento dedicato ai Carabinieri caduti, simbolo di riconoscenza verso chi ha dato la vita per il Paese. Successivamente, alle 10:30, il Duomo di Messina ha accolto una Santa Messa officiata da Don Rosario Scibilia, cappellano militare della Legione Carabinieri Sicilia.
La celebrazione ha visto la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Prefetto di Messina, militari in servizio e in congedo, rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri, associazioni combattentistiche e d’arma, nonché vedove, orfani e cittadini, inclusa una rappresentanza di giovani studenti.
La festa della “Virgo Fidelis” fu istituita nel 1949 da Papa Pio XII, che proclamò ufficialmente Maria come patrona dell’Arma dei Carabinieri. La data scelta, il 21 novembre, coincide con la Presentazione di Maria Vergine al Tempio e ricorda il sacrificio del battaglione carabinieri nella battaglia di Culqualber, in Etiopia, durante la Seconda Guerra Mondiale. Il 21 novembre 1941, un intero contingente dell’Arma si immolò nella difesa del presidio, guadagnandosi la seconda medaglia d’oro al valor militare per la bandiera dell’Arma.
Nel corso della cerimonia, il generale Truglio ha ricordato il valore e il sacrificio dei militari caduti a Culqualber, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria storica e i valori fondanti dell’Arma. Ha inoltre dedicato un pensiero agli orfani dei Carabinieri, legando la celebrazione della “Virgo Fidelis” alla “Giornata dell’Orfano”.