PALERMO – Nell’universo della musica sacra, poche opere riescono a unire purezza, intensità e bellezza come l’Ave Maria di Bartolomeo Cosenza. Questa straordinaria composizione ha trovato una perfetta interprete nella voce del soprano Sonia Baussano, conosciuta artisticamente come “Iron Valkyrie”, un talento che ha conquistato il pubblico italiano e quello internazionale, da Los Angeles a Hollywood. In un’intervista esclusiva, Sonia ha condiviso le emozioni, le sfide e i significati profondi legati a questa esperienza, definendola tanto artistica quanto spirituale.
“Cantare l’Ave Maria è stato un privilegio”
“Quando Bartolomeo mi ha proposto di interpretare la sua Ave Maria, ho provato un’immensa gratitudine – racconta Sonia –. Le sue parole, cariche di fiducia e stima, mi hanno trasmesso un forte senso di responsabilità. Non si tratta solo di eseguire una melodia: questa composizione è una preghiera, un invito all’anima a sollevarsi, una celebrazione del sacro”.
Il legame diretto con il compositore ha reso questa esperienza ancora più unica. “È raro avere l’opportunità di lavorare a stretto contatto con l’autore di un brano così intenso. Mi ha permesso di comprendere non solo la struttura musicale, ma anche l’intenzione profonda dietro ogni nota e ogni parola”.
Un’esperienza unica in studio di registrazione
L’ingresso in studio per registrare l’Ave Maria è stato, per Sonia, un momento quasi mistico. “È stato come varcare la soglia di uno spazio sacro – spiega –. Ogni nota sembrava avvolta da un’aura di purezza, e ogni frase musicale invitava l’anima a elevarsi. La scrittura di Bartolomeo è un equilibrio perfetto tra semplicità e potenza: una linea melodica che scorre con grazia, ma che nasconde una complessità armonica e un’intensità emotiva straordinaria. Interpretarla richiede umiltà e una profonda consapevolezza del messaggio che si vuole trasmettere”.
L’emozione di un viaggio spirituale
Durante l’esecuzione, Sonia ha percepito un dialogo silenzioso e profondo tra la sua voce e una dimensione più grande. “Mentre cantavo, mi sentivo come guidata dalla musica stessa, che sapeva esattamente dove voleva condurmi. Ogni parola, ogni nota aveva un peso emotivo che riusciva a evocare qualcosa di universale, qualcosa che va oltre il semplice ascolto”.
Il momento conclusivo è stato altrettanto significativo. “Alla fine della registrazione, mi sono fermata per riflettere. Ero pervasa da un senso di appagamento e commozione, come se attraverso la mia voce fossi riuscita a dare forma a un’emozione che appartiene a tutti. È stato un viaggio che mi ha arricchita profondamente, un’esperienza che custodirò per sempre”.
Cosa rende unica l’Ave Maria di Cosenza?
“È una composizione che unisce grazia e profondità – spiega Sonia –. La linea melodica si dipana con naturalezza, quasi fosse una carezza per l’anima, ma ogni passaggio nasconde una complessità che solo chi si avvicina con umiltà può cogliere appieno. È come se l’opera stessa invitasse l’interprete a un percorso di scoperta interiore”.
Un arricchimento personale e artistico
“Cantare l’Ave Maria di Cosenza non è stato solo un momento artistico – conclude il soprano – ma un vero e proprio viaggio spirituale. È stata una celebrazione dell’incontro tra il divino e l’umano, qualcosa che solo l’arte, nelle sue forme più alte, può rendere possibile. Questa esperienza ha lasciato in me una traccia indelebile, un ricordo che porterò sempre con emozione e gratitudine”.
Con la sua interpretazione unica e sentita, Sonia Baussano ha saputo dare nuova luce all’Ave Maria di Bartolomeo Cosenza, trasformando una composizione già straordinaria in un momento musicale che riesce a toccare profondamente il cuore e l’anima di chi ascolta. Una performance che conferma ancora una volta il suo talento e la sua capacità di emozionare il pubblico di tutto il mondo.






