Nella notte tra domenica 2 marzo e le prime luci di lunedì 3 marzo è andata in scena la cerimonia degli Oscar 2025, una serata ricca di emozioni, sorprese, riconoscimenti, premizianoni ed inaspettatamente tanta politica. A poche settimane dai devastanti roghi che hanno colpito Los Angeles e con l’industria cinematografica ancora scossa dagli scioperi dell’anno precedente, il Dolby Theatre di Hollywood, ha ospitato una serata che si è rivelata non solo una celebrazione del cinema, ma anche un’occasione per affrontare questioni politiche e sociali. Sullo sfondo, le tensioni internazionali e le incertezze legate alla nuova amministrazione americana hanno reso la notte delle stelle più carica di significati del solito. A condurre la serata, Conan O’Brien che, alla sua prima conduzione ha saputo intrattenere il pubblico con il suo inconfodibile umorismo tagliente, toccando con ironia temi di attualità e lanciando frecciate a Netflix, Amazon e all’industria dello streaming.
Lo show, ha visto il trionfo di “Anora”, il film di Sean Baker, che ha conquistato ben cinque premi, tra cui “miglior film”, “miglior regia”, “miglior sceneggiatura”, “miglior montaggio” e “miglior attrice protagonista” per Mikey Madison. In una serata segnata da riferimenti alla situazione geopolitica internazionale e ai cambiamenti che Hollywood sta affrontando, la vittoria di Anora conferma la crescente attenzione dell’Academy per un cinema indipendente e impegnato.
“Anora” domina gli Oscar, una “Pretty Woman” dei giorni nostri
Il film, una sorta di rilettura contemporanea di Pretty Woman, racconta la storia di Ani, una giovane sex worker di New York che accetta la proposta di “Ilia”, figlio di un oligarca russo, di trascorrere una settimana con lui in cambio di 15.000 dollari. Quello che inizia come un semplice accordo si trasforma in un viaggio emotivo che sfida pregiudizi e convenzioni sociali, portando alla luce una storia d’amore travagliata ma intensa. Ad assegnare il premio, una coppia iconica del cinema: Meg Ryan e Billy Crystal, protagonisti del cult Harry ti presento Sally. “Ero qui nove smoking fa, la prima volta è stata 35 anni fa”, ha scherzato Crystal prima di annunciare il vincitore. Anora, girato con un budget relativamente modesto di 6 milioni di dollari e con una troupe ridotta di sole 46 persone, si è rivelato il vero outsider della serata, battendo pellicole dal budget molto più elevato.
Mikey Madison, l’astro nascente di Hollywood
Tra i momenti più emozionanti della serata, il premio per la miglior attrice protagonista, assegnato a Mikey Madison, giovanissima star che ha portato sullo schermo la complessa figura di Ani. Madison, già nota per i suoi ruoli in “Better things” e “Scream”, ha ringraziato con emozione il regista Sean Baker, la comunità delle sex worker e la sua famiglia. “Sono cresciuta a Los Angeles e Hollywood, ma mi è sempre sembrata lontana. Grazie alla meravigliosa comunità che ci ha sostenuto e alle donne che ho avuto il privilegio di conoscere tra le sex worker. Questo è un sogno che si realizza!”, ha dichiarato tra le lacrime. La sua vittoria, segna un’importante svolta per la sua carriera e un riconoscimento al cinema indipendente, a discapito dell’attrice Demi Moore, una delle favorite più gettonate, che contro ogni aspettativa, non ha ottenuto alcun riconoscimento.
Adrien Brody, il secondo Oscar dopo 22 anni
L’Oscar per il “miglior attore protagonista” è andato ad Adrien Brody per la sua intensa interpretazione in The Brutalist. Consegnato da Cillian Murphy, vincitore dello scorso anno per Oppenheimer, il premio segna il secondo Oscar per Brody a 22 anni dalla vittoria per “Il pianista”.”Raccontare i drammi della guerra, del razzismo e dell’antisemitismo è stato un onore. Se il passato può insegnarci qualcosa, è che c’è sempre speranza”, ha dichiarato Brody, con un discorso che ha toccato l’anima del pubblico.
Sean Baker, miglior regista, un trionfo per il cinema indipendente
L’Academy ha premiato Sean Baker con l’Oscar per la “miglior regia”, riconoscendo la sua capacità di portare alla ribalta storie autentiche e spesso ignorate dal cinema mainstream. Il premio gli è stato consegnato da Quentin Tarantino, che ha influenzato profondamente la sua carriera. “Se non ci fossi stato tu, Anora non sarebbe mai esistito. Il cinema è più importante che mai. Registi, fate film per il cinema e genitori, portate i vostri figli in sala: saranno la prossima generazione di cinefili!”, ha dichiarato Baker, facendo un accorato appello a favore delle sale cinematografiche, sempre più minacciate dallo streaming.
Il miglior film internazionale lo vince il Brasile con “Io sono ancora qui”
Grande vittoria per il Brasile nella categoria “miglior film internazionale” con Io sono ancora qui, diretto da Walter Salles. Il film racconta la storia vera di una donna che si ribella alla dittatura degli anni settanta e lotta per la libertà in un clima di oppressione politica.”Questo premio è per tutte le donne che hanno resistito all’oppressione e hanno avuto il coraggio di alzare la voce”, ha dichiarato il regista, accolto da un lungo applauso.
Gli altri vincitori della serata
- Miglior attrice non protagonista: Zoe Saldaña per Emilia Pérez che emozionata, ha dedicato il premio alla sua famiglia e alle radici dominicane.
- Miglior attore non protagonista: Kieran Culkin per A real pain, che con un discorso ironico e affettuoso ha ringraziato la sua famiglia e il regista Jesse Eisenberg.
- Miglior colonna sonora: Daniel Blumberg per The Brutalist.
- Miglior sceneggiatura non originale: Conclave, film tratto dal romanzo di Robert Harris ambientato in Vaticano, raccontando cosa accade dietro le porte chiuse di un Conclave per eleggere il nuovo Papa. Lo sceneggiatore Peter Straughan, ha ringraziato il regista Edward Berger e dedicato il premio alla figlia.
- Miglior scenografia: Wicked, premio consegnato a Nathan Crowley e Lee Sandales.
- Miglior fotografia: Lol Crawley per The Brutalist.
- Miglior documentario: No other land, premiato per il suo forte impatto sociale.
- Miglior film d’animazione: Flow, un mondo da salvare, una produzione lettone a cura del regista Gints Zilbalodis, che ha ricevuto grande cosenso dal pubblico, omaggiandolo con una standing ovation. “È la prima volta che un film dalla Lettonia viene candidato dobbiamo superare le differenze e lavorare insieme” ha dichiarato il regista.
- Miglior corto d’animazione: In the shadow of Cypress, un traguardo storico per il cinema iraniano, che per la proima volta vince la categoria.
- Miglior costume: Wicked, l’Oscar è stato vinto da Paul Tazewell, costumista già stato nominato per West side story. “Sono il primo uomo nero a vincere l’Oscar per i migliori costumi, sono molto orgoglioso” ha dichiarato Tazewell, con commozione.
- Miglior corto live action: I’m Not a Robot, di Victoria Warmerdam e Trent, compagni di vita e di lavoro.
- Miglior trucco e acconciatura: The Substance
- Miglior canzone originale: El Mal da Emilia Pérez di Camille e Clément Ducol , premio consegnato da Mick Jagger. “La canzone di Emilia Pérez denuncia la corruzione, crediamo che la musica incarni la forza del progresso” ha detto Camille che poi si è messa a cantare dal palco.
- Miglior suono ed effetti visivi: Dune, parte seconda, premio assegnato a Gareth John, Richard King, Ron Bartlett, Doug Hemphill, Paul Lambert, Stephen James, Rhys Salcombe e Gerd Nefzer, che hanno ringraziato il regista Denis Villeneuve in sala.
- Miglior corto documentario: The Only Girl in the Orchestra di Molly O’Brien e Lisa Remington
Ariana Grande e Cynthia Erivo omaggiano Il Mago di Oz e Los Angeles
Ad accendere la cerimonia, un omaggio speciale dedicato alla città di Los Angeles e al cinema classico, da parte della cantante Ariana Grande e Cynthia Erivo, celebrando il capolavoro Il Mago di Oz. “Non c’è nessun posto come casa”, ha detto Dorothy nel celebre film, mentre sullo schermo scorrevano immagini dei più iconici film girati nella città degli angeli. Ariana Grande, splendida in un abito rosso gioiello, ha incantato il pubblico con una toccante interpretazione di “Somewhere Over the Rainbow”, seguita dall’ingresso di Cynthia Erivo, in un abito bianco decorato con una cascata di fiori viola, che ha emozionato la platea con “Home”. A chiudere il numero, le due artiste hanno eseguito insieme “Defying Gravity”, dalla colonna sonora del film Wicked, regalando uno dei momenti più suggestivi della serata e guadagnandosi una standing ovation.
Momenti indimenticabili, omaggi e politica sul palco
Come ogni edizione, la serata è stata segnata anche da momenti di forte impatto sociale e politico. Uno dei momenti più discussi della serata è stato il grido “Slava Ukraini!” lanciato da Daryl Hannah sul palco mentre consegnava l’Oscar per il Miglior Montaggio a Sean Baker per Anora. Il celebre motto delle forze armate ucraine, utilizzato nella guerra in corso contro la Russia, ha ricevuto un breve applauso dalla platea, ma ha anche suscitato qualche reazione per il suo tono improvviso e fuori contesto. Hannah, nota per il suo attivismo politico, ha più volte espresso sostegno alla causa ucraina sui social media e in passato è stata arrestata durante proteste ambientaliste contro l’oleodotto Keystone XL. Durante la serata, un altro segno di solidarietà all’Ucraina è arrivato dallo sceneggiatore inglese Peter Straughan, vincitore dell’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale per “Conclave”, che ha sfoggiato una spilletta gialla e blu sul bavero della giacca.
L’omaggio della serata è stato dedicato a Quincy Jones, celebrato da Whoopi Goldberg, Oprah Winfrey e Queen Latifah, che hanno fatto ballare tutta la platea con una performance musicale memorabile. Morgan Freeman ha invece reso omaggio all’attore Gene Hackman, scomparso pochi giorni prima, con parole commoventi: “Era un uomo generoso e un attore straordinario. Lo ricorderemo sempre”.
Il futuro di Hollywood
Gli Oscar 2025 arrivano in un momento delicato per Hollywood, tra la crisi delle sale cinematografiche, gli effetti degli scioperi dell’anno precedente e le incertezze sulla direzione dell’industria sotto la nuova amministrazione americana. Conan O’Brien non ha risparmiato battute sulla situazione, ironizzando su Netflix e sulla competizione con le produzioni cinematografiche tradizionali. Ma se c’è un messaggio emerso da questa edizione, è che il cinema continua a essere un potente strumento di racconto e cambiamento. Tra emozioni, sorprese e grandi talenti, la notte degli Oscar 2025 ha celebrato il meglio dell’industria cinematografica con un occhio rivolto al futuro.