TAORMINA – “Nel 2012 si parlava di trasformarlo in un’azienda ospedaliera. Oggi, nel 2025, l’ospedale San Vincenzo di Taormina rischia di diventare un grande deserto con intorno tante piccole cattedrali. Da Messina ad Acireale, da Randazzo a Giardini Naxos, il bacino d’utenza è enorme, ma la struttura continua a perdere pezzi, tra tagli e incertezze”. A lanciare l’allarme è il consigliere comunale di Taormina, Gaetano Campisi, che denuncia il declino del presidio e il silenzio delle istituzioni.
“Il pronto soccorso è il volto di un ospedale in sofferenza”
Il primo fronte di questa crisi è il Pronto soccorso, che Campisi definisce il “Colapesce” della sanità taorminese, costretto a reggere il peso delle emergenze tra disagi, malumori e sconforto. “Il pronto soccorso è lo specchio di tutto l’ospedale. Se c’è caos lì, vuol dire che l’intera struttura è in sofferenza” – sottolinea il consigliere.
E si domanda: “Che colpa hanno i cittadini per meritare tutto questo? Perché devono pagare sulla propria pelle il prezzo di decisioni rimandate?”
“Si perde un pezzo alla volta: ora tocca al Ccpm”
Negli anni si è andati avanti con un “lento smantellamento” del Sirina. “Dal puzzle si stacca un pezzo alla volta e non si trova più. Ora è il turno del Ccpm, il reparto di eccellenza pediatrico cardiologico, che dovrà andare via. E poi? Quale sarà il prossimo reparto sacrificato?” – si chiede Campisi.
Una situazione che non può essere analizzata con logiche da privato, ragionando in termini di costi e benefici, perché qui si parla di sanità pubblica e di un valore aggiunto fondamentale per un territorio con un afflusso turistico costante.
“E i sindaci dove sono?”
Campisi punta il dito anche contro il silenzio delle amministrazioni locali. “Ci si ricorda dell’ospedale solo quando si sta male – rimarca il consigliere – ma la sanità ha bisogno di programmazione e investimenti costanti. Il tempo è una variabile cruciale e, quando si tratta di salute, non si può dipendere solo dalle emergenze”. Infine, l’appello: “È un grido d’aiuto rivolto a chi finora ha preferito non vedere e non sentire. Quanto tempo resta prima che del Sirina non rimanga più nulla?”