MESSINA – “Ogni morte cruenta scuote la nostra coscienza, soprattutto quando a spezzarsi è una giovane vita”. Comincia così il messaggio dell’arcivescovo di Messina, monsignor Giovanni Accolla, dopo l’omicidio di Sara Campanella, l’ennesima vittima di femminicidio. Un pensiero che va oltre il cordoglio formale e si trasforma in un appello accorato alla comunità cristiana e civile: “Ci interpella tutti – scrive il presule – perché nulla resti intentato nel prevenire simili atti di efferata violenza”.
Il volto di Sara, i suoi anni spezzati, hanno aperto una ferita profonda nella città. Una ferita che l’arcivescovo accoglie nella preghiera condivisa con l’intera diocesi: “Prego per lei e per i suoi cari – afferma –, perché il Signore li consoli in questo momento di grande prova”. Ma la consolazione, avverte, non può bastare da sola. Serve uno scatto collettivo, un’assunzione di responsabilità: “La vita va sempre custodita, va promossa. Solo educandoci all’amore vero – quello che protegge, non che uccide – potremo sperare in un cambiamento reale”.
A raccogliere il dolore della città sarà una fiaccolata che si svolgerà domenica sera, 6 aprile, alle 20.30. Un momento di silenzio, luce e preghiera che partirà dalla chiesa parrocchiale di Gazzi e si snoderà fino alla chiesa di Minissale. Il corteo sarà accompagnato dalla recita del Rosario, come gesto comunitario di affetto, di fede e di vicinanza ai familiari della giovane vittima.
Non è la prima volta che l’arcivescovo Accolla prende posizione con parole forti contro la violenza. Ma stavolta, il suo invito suona ancora più urgente: non lasciare che il dolore passi invano, non abituarsi all’orrore, e soprattutto non dimenticare Sara.