MESSINA – In occasione della Festa dei Lavoratori, la Cgil Messina ha alzato la voce contro le condizioni di lavoro nel territorio, sempre più segnate da precarietà, insicurezza e disuguaglianze. Quest’anno, più che mai, la giornata di lotta assume un significato particolare, con un focus sui temi del lavoro povero, precario e poco sicuro che affliggono le lavoratrici e i lavoratori messinesi.
“La sicurezza sui luoghi di lavoro, la stabilità e la dignità sono le priorità che vogliamo portare avanti – ha dichiarato il segretario generale della Cgil Messina, Pietro Patti – Oggi più che mai è necessario affrontare le questioni cruciali che riguardano il nostro territorio, come il lavoro giovanile, la parità di genere e, soprattutto, la sicurezza sui luoghi di lavoro. Parteciperemo alle iniziative del Primo Maggio per ribadire queste istanze”.
Il 2024 si è confermato un anno difficile per l’occupazione a Messina, con tassi di occupazione che restano tra i più bassi in Europa. Secondo i dati forniti dalla Cgil, il tasso di occupazione nella fascia di età 15-64 anni si attesta al 46,7%, ben 15,5 punti sotto la media nazionale. A preoccupare è anche il divario di genere, che in provincia di Messina arriva al 23%, ben cinque punti sopra la media nazionale.
I dati sulla fascia giovanile sono altrettanto allarmanti: solo il 33,1% dei giovani tra i 15 e i 34 anni è occupato, un dato che si trova ben 12 punti percentuali sotto la media nazionale. A peggiorare la situazione è la crescente difficoltà delle donne under 35 nel trovare un impiego stabile, con una percentuale di occupazione in netto calo.
“La situazione è grave – ha spiegato la segretaria confederale della Cgil Messina, Stefania Radici – Poiché circa il 90% dei contratti attivati nel nostro territorio è temporaneo, di breve durata o precario. Il tempo indeterminato è sempre più un miraggio, e quando ci si arriva, è un contratto che non garantisce stabilità. Questo scenario alimenta il fenomeno dei Neet, giovani che né studiano né lavorano, e che in provincia di Messina rappresentano oltre il 30% della popolazione tra i 15 e i 34 anni”.
Non solo disoccupazione, ma anche grave disuguaglianza retributiva. Le donne, infatti, guadagnano in media il 30% in meno rispetto agli uomini a parità di mansioni. Una disparità che si amplifica quando si considerano le lavoratrici con figli, penalizzate anche dalla carenza di servizi pubblici per l’infanzia.
In tema di sicurezza, la Cgil Messina non ha esitato a sottolineare come le condizioni di precariato contribuiscano in modo significativo agli incidenti sul lavoro. Solo nel 2024, la Sicilia ha registrato 81 morti sul lavoro, 9 delle quali in provincia di Messina, dove sono stati rilevati 3.123 infortuni. E il 2025 non è cominciato sotto migliori auspici: 11 morti sul lavoro già nei primi mesi dell’anno.
“Il lavoro deve essere sicuro e dignitoso. La sicurezza non può essere un lusso, deve essere un diritto di tutti i lavoratori. È necessario introdurre maggiore responsabilità nella catena degli appalti per fermare questa strage silenziosa”, ha concluso Patti.
Il Primo Maggio 2025 si preannuncia quindi come una giornata di protesta ma anche di speranza per cambiare il futuro del lavoro a Messina, con un impegno concreto a garantire diritti, sicurezza e opportunità per tutti.