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1 Maggio, la Uil Messina denuncia: “Strage di lavoratori, servono leggi e azioni concrete”

A rilanciarne con forza il significato è Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina

MESSINA – “Uniti per un lavoro sicuro” è lo slogan scelto da CGIL, CISL e UIL per la celebrazione del Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori. Un messaggio chiaro e determinato che mette al centro una delle grandi emergenze del nostro tempo: la sicurezza sui luoghi di lavoro. A rilanciarne con forza il significato è Ivan Tripodi, segretario generale della UIL Messina, che in occasione della ricorrenza ha voluto condividere una riflessione dai toni netti e senza sconti: “La tutela della vita dei lavoratori non può essere considerata un aspetto secondario o un costo da ridurre”, afferma Tripodi, puntando il dito contro una cultura che ancora oggi tende a sottovalutare o a ignorare i rischi che ogni giorno si corrono nei cantieri, nelle fabbriche, nei magazzini e nei tanti settori produttivi italiani.

Nel 2024, ricorda il segretario UIL, 1.090 lavoratori hanno perso la vita durante l’attività lavorativa: un dato allarmante, che descrive una vera e propria “mattanza”, inaccettabile per un paese che si definisce civile e democratico.

“Zero morti sul lavoro”: non uno slogan, ma una battaglia

“Siamo stanchi delle frasi di circostanza e delle lacrime di coccodrillo – continua Tripodi – La politica, le istituzioni e le imprese devono assumersi la responsabilità di intervenire con norme serie ed efficaci per fermare questa strage quotidiana”.

Non è un caso che proprio “Zero Morti sul Lavoro” sia anche il nome della campagna permanente della UIL lanciata a livello nazionale da Pierpaolo Bombardieri. Un progetto di denuncia sociale e di sensibilizzazione, che punta a creare una coscienza collettiva sul tema della sicurezza.

Ma la questione sicurezza – sottolinea ancora Tripodi – non è scollegata da altri grandi nodi irrisolti del mondo del lavoro: la precarietà, il lavoro povero, il dumping contrattuale e il lavoro nero. Una realtà sommersa che coinvolge migliaia di “lavoratori fantasma”, spesso invisibili nei numeri ufficiali ma esposti a rischi enormi.

Un appello alla responsabilità collettiva

Il segretario UIL lancia anche una sfida diretta alle associazioni datoriali, invitandole a uscire dal silenzio e a prendere una chiara posizione su sicurezza, diritti e salari. “Anche le recenti parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella vanno nella giusta direzione”, ha aggiunto Tripodi, ricordando come il Capo dello Stato abbia sottolineato la necessità di garantire non solo la sicurezza, ma anche stipendi e pensioni dignitose.