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VIDEO L’ultima voce di Quasimodo. L’intervista “testamento” al figlio del Nobel tra poesia, memoria e futuro

Lo raggiungemmo nella sua casa milanese: parlò di giovani poeti, audiolibri e del legame con la Sicilia e Roccalumera. Oggi, nel giorno delle esequie, risuona più che mai la forza delle sue parole

di Carmelo Caspanello
(Direttore editoriale Radio Taormina Tv)

MILANO – Era il 3 febbraio del 2024 quando lo raggiunsi nella sua casa milanese per una conversazione telefonica che oggi, lunedì 5 maggio 2025, nel giorno delle esequie, si carica di un valore ancora più profondo. L’intervista con Alessandro Quasimodo (in allegato a questo servizio), pubblicata allora su Tempostretto (quotidiano online di Messina e Reggio Calabria che ho avuto l’onore di dirigere) fu densa di visione, riflessione e gratitudine verso la poesia. In precedenza lo avevo già incontrato di persona, in Sicilia, ma quel dialogo a distanza conservava comunque tutta la forza della sua voce, calda, consapevole, intensa.

Nel corso di quella telefonata, Alessandro – figlio del Nobel Salvatore Quasimodo, ma soprattutto uomo di scena, regista, attore, poeta – si raccontò senza riserve, parlando di cultura come missione, dell’impegno nel Parco Letterario di Roccalumera, del valore degli audiolibri e, con tenerezza e rigore allo stesso tempo, del talento nascente di un giovane autore siciliano.

“Quel ragazzo di Letojanni, e la poesia che salva”

Fu una delle prime cose che volle condividere con me. Un progetto nato tra i banchi di un istituto professionale siciliano, in cui aveva scelto di prestare la sua voce: “Un giovane che si avvicina alla poesia è un fatto importante. La poesia stimola mente e anima – mi disse con convinzione – e in un’epoca dove i giovani si concentrano su altro, vedere un ragazzo come Roberto scrivere versi è un segnale di speranza”.

In quell’impegno – la produzione di un audiolibro di poesie – Quasimodo aveva intravisto un seme culturale, un’azione da sostenere con cura. Non a caso, aggiunse: “Progetti come questo offrono ai giovani scrittori la possibilità di farsi conoscere. Io ne parlerò meglio a luglio, quando il lavoro sarà finito”.

“Audiolibri sì, ma letti da chi sa leggere davvero”

Poi il discorso si spostò su un tema che gli stava chiaramente a cuore: gli audiolibri. Era favorevole alla loro diffusione, soprattutto per chi ha difficoltà nella lettura o per chi ama ascoltare, ma poneva un punto fermo:
“Devono essere letti da professionisti. Altrimenti, perdono valore. Non basta leggere: bisogna interpretare”.

Come attore e regista, conosceva profondamente le sfumature del dire. “Registrare un audiolibro – spiegò – significa portare emozione, far vivere il testo. È un’esperienza unica, ma delicata. E il mercato, a volte, ne banalizza il senso”.

Il Parco di Roccalumera, la casa della memoria

Non poteva mancare, nel nostro colloquio, un riferimento alla Sicilia. “Il Parco letterario di Roccalumera – raccontò – è un progetto che ho fondato con Sergio e Carlo Mastroeni. È un luogo vivo, che raccoglie ispirazioni dallo studio di mio padre”.

Parlava di quella realtà come di una casa, dove la cultura si respira, si tramanda, si scopre. Un punto d’incontro tra generazioni, tra passato e futuro. “Cerco ancora oggi cose nuove di mio padre. La sua opera non smette di stupirmi”.

E sul ritorno in Sicilia, disse: “A luglio torno sempre. Spero di esserci anche nel 2024. Sarà un piacere rivederci al Parco Quasimodo o in altri luoghi dove la cultura vive”.

L’ultimo saluto

Alessandro Quasimodo è morto a Milano all’età di 85 anni, al termine di una lunga malattia. I funerali si svolgono oggi, lunedì 5 maggio, alle ore 14.45 nella chiesa di Santa Francesca Romana.

A darne notizia, il Parco Letterario Salvatore Quasimodo di Roccalumera, che oggi perde la sua guida. E insieme a lui, la Sicilia e l’Italia intera perdono un custode appassionato di bellezza e memoria.

Il sindaco di Roccalumera, Giuseppe Lombardo, ha espresso il cordoglio dell’intera comunità:  “Alessandro ha fatto di Roccalumera la sua seconda casa. Ha onorato la memoria del padre e costruito una realtà culturale che resterà nel tempo”.

Anche Modica, città profondamente legata alla famiglia Quasimodo, ha reso omaggio alla sua figura. Il sindaco Maria Monisteri ha ricordato “un figlio che ha saputo portare in alto l’identità culturale siciliana”.

Un’eredità che continuerà a parlare

Nato nel 1939, cresciuto tra poesia e danza (la madre era Maria Cumani), Alessandro Quasimodo ha dedicato la sua vita alla scena e alla parola. Diplomato alla scuola del Piccolo Teatro, ha lavorato con grandi maestri, da Strehler a Bellocchio, portando in teatro – con rara efficacia – la potenza della poesia, quella del padre e non solo. Ha organizzato recital, premi, rassegne. Ha dato voce alla cultura italiana dentro e fuori i confini. Ha continuato a cercare, esplorare, scoprire.

Quella voce, oggi, si è spenta. Ma il suo suono resta, inciso in ogni verso che ha letto, in ogni scena che ha abitato, in ogni progetto che ha sostenuto. E quell’intervista – diretta, autentica – rimane oggi un testamento discreto. Un frammento di luce da conservare.