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Messina, la nuova stagione del teatro Vittorio Emanuele si apre con “l’Infernu”

Dal 12 settembre prende il via una rassegna ricca e articolata, tra prosa, sinfonica, musical e danza per riportare la città dello Stretto al centro della scena culturale nazionale

MESSINA – La città dello Stretto si appresta a tornare al centro della scena culturale con la presentazione della nuova stagione artistica del teatro Vittorio Emanuele. L’annuncio, giunge a pochi giorni dal decreto del ministero della cultura che ha ammesso il teatro al contributo del fondo nazionale per gli spettacoli dal vivo nel triennio dal 2025 al 2027, riconoscendolo come centro di produzione teatrale. Un traguardo che segna una svolta per l’ente e per l’intero panorama culturale messinese e che proietta il Vittorio Emanuele in un circuito nazionale di eccellenza, riconoscendone ufficialmente la capacità di produrre contenuti artistici originali.

Ad illustrare la nuova rassegna, nel corso della conferenza stampa fissata per venerdì 12 settembre, saranno il presidente Orazio Miloro ed i consiglieri di amministrazione Lorenzo Scolaro e Oleg Traclò, insieme al sovrintendente Gianfranco Scoglio ed ai direttori artistici Matteo Pappalardo e Giovanni Anfuso. Presenti anche l’assessore regionale al turismo, sport e spettacolo Elvira Amata ed il sindaco di Messina Federico Basile.

Un cartellone variegato per un pubblico eterogeneo

La nuova stagione si preannuncia ricca e articolata, pensata per coinvolgere un pubblico variegato, intrecciando linguaggi e poetiche eterogenee. Sarà un cartellone che alternerà prosa, sinfonica, musica, musical, opera e danza, con produzioni, coproduzioni e spettacoli che renderanno ogni appuntamento un tassello di un più ampio mosaico culturale. Una visione di teatro inteso come spazio vivo, dinamico e produttivo, non più soltanto come contenitore di eventi, ma come officina di idee, laboratorio creativo e presidio identitario per la città e il territorio.

“L’Infernu” si apre il sipario sul nuovo corso

Ad aprire ufficialmente la stagione sarà l’Infernu, spettacolo ispirato all’inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri presentato nella storica traduzione in lingua siciliana del poeta messinese Tommaso Cannizzaro. A firmarne la regia sarà Giampiero Cicciò, presente in scena insieme agli attori William Caruso ed Eugenio Papalia, con l’accompagnamento musicale dal vivo di Marcello Conti al pianoforte.

Il debutto è fissato per venerdì 12 settembre alle 18.30 nella Sala Sinopoli e prevede un ciclo di quattro appuntamenti per quattro settimane fissati per tutti i venerdì, sabato e domenica fino al 5 ottobre. In ciascuna serata verranno esplorati tre canti diversi dell’Inferno, proponendo un viaggio simbolico ed interiore tra i personaggi ed i luoghi incontrati da Dante, riletti come emblemi di uomini e donne contemporanei alle prese con la propria selva oscura, in cerca di senso, riscatto e redenzione.

Un’esperienza teatrale immersiva e partecipativa

Elemento distintivo de L’Infernu sarà la sua natura di “lavoro in corso”, che aprirà al pubblico le porte del processo creativo. Gli spettatori saranno chiamati non solo ad assistere, ma anche a partecipare alle discussioni ed agli approfondimenti che accompagnano la costruzione dello spettacolo, diventandone parte attiva. Un approccio che vuole avvicinare nuovi pubblici alla poesia dantesca ed, al contempo, far riscoprire la musicalità e la forza espressiva della lingua siciliana nella versione di Cannizzaro. La musica dal vivo di Conti, con la sua funzione drammaturgica, ne amplificherà l’impatto emotivo, generando un’esperienza immersiva, evocativa e coinvolgente.

Cultura come motore di rinascita

Con la presentazione della stagione 2025/2026 e l’avvio de L’Infernu, il teatro Vittorio Emanuele si conferma motore pulsante della rinascita culturale di Messina, forte di un riconoscimento ministeriale che ne certifica il ruolo e ne amplifica le responsabilità. Una stagione che promette di coniugare tradizione ed innovazione, radici ed apertura, territorio ed orizzonte nazionale, un invito a guardare al futuro senza smarrire la memoria ed a credere nella cultura come risorsa imprescindibile di crescita civile e comunitaria.