TAORMINA – Il declassamento del Centro di cardiochirurgia pediatrica mediterranea viene letto da Cgil e Fp Cgil come l’esito di un percorso annunciato, consumato tra proclami e rinvii mentre il reparto perdeva la sua “funzione”. Per i sindacati, la scelta di non intervenire con una riorganizzazione strutturale avrebbe prodotto un arretramento che pesa sulle famiglie, sui piccoli pazienti e sul personale sanitario: “Si è preferita la passerella alla pianificazione – sbotta il sindcato – e oggi ne vediamo gli effetti”. L’allarme, ricordano, era stato lanciato da mesi in occasione del confronto sulla nuova rete ospedaliera, quando si indicava la necessità di una soluzione in grado di garantire continuità assistenziale e standard adeguati per le cure salvavita.
La proposta: accorpare al Papardo per continuità e standard
Cgil e Fp Cgil ribadiscono che l’unica strada praticabile, “sostenibile e risolutiva”, fosse l’accorpamento della cardiochirurgia pediatrica alla cardiochirurgia per adulti dell’Azienda ospedaliera Papardo di Messina, per costruire un modello logistico-funzionale unico: équipe integrate, condivisione delle tecnologie, percorso clinico continuo dall’emergenza alla degenza, copertura h24 dei servizi di supporto e piena aderenza agli standard nazionali. Un impianto, sostengono, che avrebbe consentito di stabilizzare i volumi, ridurre la mobilità passiva e mettere in sicurezza i percorsi chirurgici dei bambini. “Era un epilogo evitabile: integrare competenze e strutture avrebbe preservato un presidio di eccellenza, anziché svuotarlo della sua missione chirurgica”.
Le accuse: “Promesse, silenzi e un gioco su più tavoli“
Nel mirino dei sindacati finiscono i “falsi proclami e i silenzi imbarazzanti”. “Dov’è la Uil? Dopo assemblee e comunicati in cui ci si auto-proclamava ‘salvatori del Ccpm a Taormina’, oggi si tace. Quali azioni concrete sono state messe in campo per impedire questo ridimensionamento, al di là degli slogan”? Critiche anche all’amministrazione cittadina: “Dov’è il sindaco di Taormina? Dopo avere annunciato di avere in tasca la ‘soluzione’ per il Ccpm, assiste al declassamento, favorito anche dalle mosse dei suoi nuovi alleati politici”. Per Pietro Patti (Cgil Messina), Francesco Fucile (Fp Cgil), Antonio Trino (Fp Cgil sanità) e Guglielmo Catalioto (Fp Cgil Medici), dietro il fallimento “c’è stato un gioco più grande, condotto da chi ha tentato di sedere su più tavoli contemporaneamente, sacrificando il bene superiore. Nel tentativo di mediare tra posizioni inconciliabili, si è persa l’unica possibilità di mettere in sicurezza il futuro della cardiochirurgia pediatrica siciliana”. Da qui la richiesta di invertire la rotta: riaprire un confronto immediato sulla soluzione di sistema, “lontano dalle logiche di campanile e dalle promesse elettorali”, e ripartire dall’integrazione con il Papardo per restituire stabilità, volumi e piena funzionalità chirurgica al Centro.






