SiciliaSpettacoli
IL CASO

Ccpm Taormina, Musolino interroga il Governo: “Decisione regionale su dati errati. Il Ministro chiarisca”

La senatrice di Italia Viva contesta il declassamento del Centro a “Spoke” e chiede numeri certificati: “Tra cartelle cliniche e dati diffusi dalla Regione emergono scostamenti gravi”

TAORMINA – “La decisione della Giunta regionale di declassare il Centro di cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale San Vincenzo a centro ‘Spoke’ a vantaggio di Palermo si fonda su dati palesemente errati. È inaccettabile che il futuro di un’eccellenza sanitaria venga deciso sulla base di numeri che non corrispondono alla realtà. Ho presentato un’interrogazione al Ministro della Salute per chiedere di fare luce su questa vicenda e di esporre i dati reali, basati sulle cartelle cliniche”. Lo dichiara la senatrice di Italia Viva, Dafne Musolino.

Nel mirino dell’interrogazione, depositata a seguito della delibera della Giunta regionale del 24 settembre 2025 che ridisegna la rete ospedaliera, c’è il nuovo assetto della cardiochirurgia pediatrica in Sicilia: Taormina come “Spoke” e l’Ospedale Civico di Palermo come “Hub”. Una scelta che, secondo l’esponente di Italia Viva, produrrebbe un “forte ridimensionamento strategico” per il Centro taorminese, in contrasto – sostiene – con le performance cliniche effettive della struttura.

“I dati forniti dalla Regione Siciliana per giustificare la scelta sono contraddittori e smentiti dalle stesse strutture ospedaliere”, prosegue Musolino. “Secondo la Regione, nei primi sei mesi del 2025 Taormina avrebbe eseguito 65 interventi contro i 114 realmente effettuati e certificati dalle cartelle cliniche. Al contrario, si attribuiscono al Civico di Palermo 35 interventi con un indice di complessità di 5,5, quando i loro stessi uffici ne dichiarano 43 con una complessità quasi dimezzata, pari a 2,6”. Per la senatrice, si tratta di “cifre che stravolgono completamente la valutazione sull’efficienza e sulla qualità dei due centri”.

Il fronte delle contestazioni comprende anche il richiamo ai riconoscimenti internazionali ottenuti dal Centro taorminese. “Mentre la politica regionale trama per ridimensionarlo – sottolinea Musolino – il Ccpm di Taormina viene premiato negli Stati Uniti con il ‘Gold level Elso award’, primo centro in Italia a ricevere tale riconoscimento per l’eccellenza nei supporti salvavita”. Un traguardo che, nei fatti, rafforzerebbe l’immagine di alta specializzazione del reparto jonico.

Sul piano normativo, l’atto parlamentare richiama il decreto ministeriale 2 aprile 2015 n. 70, il cosiddetto “decreto Balduzzi”: standard minimi, soglie di attività e criteri di sicurezza e qualità, ma nessun obbligo – rileva l’interrogazione – di una gerarchia rigida “hub and spoke” né subordinazioni automatiche tra centri. Da qui la richiesta che “ogni riorganizzazione si fondi su dati certificati e verificabili, non su proiezioni o interpretazioni parziali”.

Nell’interrogazione si segnala inoltre il prospettato taglio di 20 posti letto a Taormina – con dotazione che scenderebbe da 179 a 159 – dopo “i circa 100 già persi negli anni passati”. Un ulteriore elemento di criticità che, secondo la senatrice, inciderebbe sull’accesso alle cure pediatriche complesse nell’Isola.

Musolino ricorda che, in sede di legge di bilancio 2024, è stato accolto un suo ordine del giorno che impegna l’Esecutivo a “garantire la piena operatività del reparto di cardiochirurgia pediatrica di Taormina”. Da qui l’appello all’esecutivo nazionale: “Se la Regione dovesse andare avanti con questo piano scellerato – afferma – il Governo ne sarebbe direttamente responsabile. Chiediamo trasparenza e verità. Il Ministro verifichi le carte e ci dica se il declassamento di Taormina sia supportato da dati veritieri o sia dettato esclusivamente da un interesse che appare meramente politico”.

Al Ministero della Salute viene chiesto, in conclusione, di esporre “dati certi e verificati, basati sulle cartelle cliniche reali” sull’operatività e l’efficacia del Ccpm di Taormina e del Civico di Palermo, “affinché sia possibile confrontarli con quelli diffusi dalla Regione e verificare la coerenza delle scelte”. Nel frattempo, la vicenda riaccende il dibattito sulla programmazione sanitaria in Sicilia, tra riequilibri di rete, tutela delle eccellenze e diritto di prossimità alle cure ad alta complessità.