TAORMINA – La Regione rilancia sulla tutela del Centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo di Taormina. In audizione davanti alla Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità, riunita a Palazzo San Macuto, l’assessora alla Salute della Regione Siciliana, Daniela Faraoni, ha richiamato le disposizioni ministeriali emanate a luglio 2024 come base per una soluzione praticabile. L’idea è inquadrare il Ccpm come “struttura semplice” connessa alla cardiochirurgia per adulti dell’azienda ospedaliera Papardo di Messina oppure dell’azienda ospedaliera universitaria di Catania. Una strada che consentirebbe di garantire continuità operativa a Taormina pur in presenza dell’attuale rete ospedaliera regionale – approvata nel 2019 – che prevede una sola cardiochirurgia pediatrica in Sicilia, localizzata a Palermo.
La posizione del governo regionale
“Il Ccpm di Taormina è un’eccellenza, il governo Schifani sta già lavorando da oltre due anni per il suo mantenimento – ha dichiarato Faraoni – confrontandosi più volte con il ministro della Salute e con quello dell’Economia e finanze”. La proposta illustrata in Commissione punta a evitare vuoti assistenziali per i piccoli pazienti cardiopatici, ancorando la struttura taorminese a un presidio cardiochirurgico per adulti come previsto dalle norme vigenti. “È il modo per tenerla attiva – ha spiegato – nonostante la programmazione attuale concentri la cardiochirurgia pediatrica in un’unica sede regionale”. Con questa impostazione, la Regione mira a salvaguardare competenze maturate a Taormina e a ridurre le ricadute degli svantaggi insulari sulle famiglie, assicurando prossimità delle cure altamente specialistiche.
Le contestazioni da Palermo
Numeri alla mano, il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Antonio De Luca nel corso della stessa giornata mette in fila una serie di incongruenze tra i dati ufficiali trasmessi dalla Regione al Ministero della Salute e quelli acquisiti presso l’Asp di Messina sulla rete delle cardiochirurgie pediatriche. Secondo il M5s, a Taormina i casi congeniti trattati chirurgicamente nel 2025 sono 105 e non 65, nel 2024 sono 143 e non 103, nel 2023 sono 149 e non 42. “Abbiamo dimostrato, documenti ufficiali alla mano, che i numeri dichiarati dall’assessorato alla Salute non corrispondono alla realtà. Ci sono errori evidenti e inaccettabili nel piano del governo inviato a Roma che rischiano di compromettere la corretta valutazione della rete cardiochirurgica siciliana. Se si trattasse solo di superficialità sarebbe grave, ma se invece vi fosse la volontà di nascondere le carenze del centro palermitano, allora sarebbe un fatto ancora più inquietante”. Al centro della contestazione c’è l’impianto della nuova rete che individua Palermo come hub e Taormina come spoke: per i pentastellati, la scelta poggerebbe su basi statistiche alterate e non fotograferebbe la reale attività clinica delle due strutture.
Nel dettaglio, il M5s segnala scostamenti anche sui pesi Drg cardiochirurgici attribuiti a Palermo, indicati a 6,5 per il 2024 e 5,5 per il 2025 a fronte di valori reali nell’ordine di 2,29–2,50. “I valori attribuiti a Palermo – ha affermato De Luca – non sono riferibili solo a procedure cardiochirurgiche, ma includono anche interventi di cardiologia e anestesia pediatrica, falsando i conteggi e i valori riportati”. Sul piano gestionale, il reparto palermitano presenterebbe un disavanzo superiore alla produzione lorda, mentre Taormina manterrebbe indicatori coerenti con l’attività; indicativo, per i 5 Stelle, il tasso di occupazione dei posti letto: 97,3% a Taormina contro il 34% a Palermo, dove risulterebbero chiusi quattro posti letto senza delibera formale. “È gravissimo – aggiunge De Luca – che la delibera approvata dalla Giunta regionale e trasmessa al Ministero della Salute contenga dati errati. In pratica, il Ministero sta valutando la rete cardiochirurgica siciliana su una base di dati falsati”.
La richiesta
Sul piano politico il gruppo chiede la riformulazione dei numeri e la revisione della rete, oltre a censurare il metodo: “È da censurare – chiosa il M5S – che alla commissione Sanità dell’Ars non sia stata comunicata l’esistenza di questo piano delle cardiochirurgie pediatriche, dei numeri e delle volontà in esso contenuti, nonostante si tratti di un atto di indirizzo strategico per la programmazione sanitaria regionale”. E conclude: “Se Schifani vuole realizzare una cardiochirurgia pediatrica a Palermo nessuno lo impedisce, ma non può farlo penalizzando il centro di Taormina, che da anni rappresenta un’eccellenza nazionale e internazionale. È una scelta politica travestita da atto tecnico, che rischia di depotenziare un presidio che ha appena ricevuto a Washington il premio ‘Centro di Eccellenza Gold Level – Elso Award’. Chiedo pertanto di rivedere integralmente il piano e riformulare i dati contenuti”.
Alla conferenza stampa erano presenti anche Maria Rosaria Cianciolo, in rappresentanza del comitato dei genitori, e il deputato M5s Carlo Gilistro, componente della commissione Salute dell’Ars: “Questo caso è una sorta di vaso di Pandora che potrebbe scoperchiare tantissime altre situazioni del genere nella sanità siciliana. Quanti ‘casi Taormina’ potrebbero esserci nella sanità siciliana”.






