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INTERVISTE Messina. Laurea alla memoria per Sara Campanella. La mamma: “È un dono prezioso, ringrazio Dio per avermi regalato i suoi 22 anni di vita”

Cerimonia al Rettorato tra studenti, docenti e istituzioni: la famiglia in prima fila, il cortile dell’Ateneo porterà anche il suo nome

Le interviste alla mamma di Sara, Cetty Zaccaria; alla rettrice Giovanna patari, al fratello Claudio e al sindaco di Misilmeri, Rosario Rizzolo

MESSINA – L’aula del Rettorato piena, un grande ritratto incorniciato da un cuore di rose e l’abbraccio di una comunità che ha trasformato il dolore in memoria attiva. Con una seduta solenne, l’Università di Messina ha conferito la laurea alla memoria a Sara Campanella, la studentessa di Misilmeri iscritta a Tecniche di laboratorio biomedico, uccisa sei mesi fa. Presente la famiglia, i genitori e il fratello Claudio, insieme a colleghe e colleghi, docenti, autorità civili e militari. “Oggi è il giorno che avevamo sognato con Sara – le parole pronunciare con un fil di voce da Cetty Zaccaria, mamma di Sara – e lo avevamo immaginato diverso. Lei ha fatto tanti sacrifici: siamo qui per onorarla e per ricordarla. Sarà è un dono prezioso, ringrazio Dio per avermi regalato i suoi 22 anni di vita. Ringrazio Dio per avermi regalato questa creatura meravigliosa. Sara era amore e luce. Noi porteremo la sua luce, ovunque, sempre e comunque”.

Il rito accademico e il ricordo condiviso

La proclamazione alla memoria è avvenuta nel corso di una seduta straordinaria del Senato accademico e del Consiglio di corso di studi, con la lettura della motivazione e l’attribuzione del titolo che la giovane avrebbe conseguito a breve. La rettrice Giovanna Spatari ha ripercorso l’impegno e la serenità con cui la studentessa affrontava gli esami – un percorso netto, costruito con costanza – e ha sottolineato il valore civile di un atto che unisce il linguaggio dell’università alla responsabilità verso la comunità. “È un momento che tocca il cuore di Messina – ha detto la rettrice – perché la città si riconosce nell’idea di una memoria che diventa impegno, prevenzione, educazione.” Applausi lunghi hanno accompagnato le parole del fratello Claudio – “Era l’immensità, vive dentro di noi” – e il saluto dei colleghi di corso, che hanno ricordato la disponibilità di Sara a condividere appunti e a dare una mano nei laboratori, dove la precisione dei gesti si accompagnava al sorriso.

La cerimonia ha avuto anche un segno permanente: il cortile del Rettorato – già intitolato a Lorena Quaranta, giovane medica vittima di femminicidio – porterà ora anche il nome di Sara. Una doppia intitolazione che intreccia la storia di due studentesse e consegna alle pietre dell’Ateneo un monito contro la violenza di genere. Alla proclamazione hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni civili e militari, il corpo accademico, il personale tecnico-amministrativo e tantissimi studenti, con i genitori della giovane in prima fila in un silenzio attento e composto.

La città che si muove: cinema, educazione, volontariato

Alla vigilia della laurea, la Multisala Apollo ha ospitato la proiezione del cortometraggio “Fili invisibili” di Fabio Schifilliti, realizzato nell’ambito del progetto “Oltre le ombre” dall’Itt-Lssa Copernico di Barcellona Pozzo di Gotto con la produzione Gran Mirci Film. Un lavoro nato nei laboratori didattici – con le studentesse Sofia Spadaro e Giulia Foti, la guida delle docenti Carmen Cicciari e Tiziana Bello e la partecipazione dell’attore Claudio Castrogiovanni – che usa il linguaggio del cinema per chiamare le cose per nome: i segnali, spesso minimi, che precedono il controllo, l’idea di possesso, l’escalation. In sala erano presenti l’arcivescovo Giovanni Accolla, la rettrice Spatari e numerosi docenti universitari. L’intervento della madre, Cetty, ha ricordato quanto l’apparente normalità possa nascondere dinamiche pericolose – “non sottovalutate mai i fili invisibili” – e ha chiesto di trasformare l’emozione in vigilanza quotidiana.

Nel cortile del Rettorato è stata inoltre presentata la nuova ambulanza della Misericordia Odv dedicata a Sara Campanella, con il suo nome inciso sulla fiancata accanto alla frase che aveva scritto sui social – “Mi amo troppo per stare con chiunque” – come dichiarazione di dignità e libertà personale. “Vogliamo che il suo ricordo continui a servire la città – ha spiegato il governatore Pietro Delia – trasformando il dolore in un gesto utile, concreto.” Hanno preso la parola il sindaco Federico Basile, l’arcivescovo Accolla, il presidente della Seus 118 Riccardo Castro, una delegazione della centrale operativa 118 di Messina, il direttore del Pronto soccorso del Policlinico Giovanni Di Maio e padre Giovanni Pelleriti, correttore spirituale della Misericordia, in un momento di vicinanza istituzionale alla famiglia.

L’università ha annunciato un calendario di iniziative formative e informative rivolte alla comunità studentesca e al personale – seminari, sportelli di ascolto, incontri con esperti e associazioni – per rafforzare gli strumenti di riconoscimento dei segnali precoci e la rete di protezione, con particolare attenzione agli ambienti di studio e di lavoro. L’obiettivo è mettere a sistema le buone pratiche già avviate, valorizzando il lavoro dei centri antiviolenza e indicando con chiarezza numeri e presidi a cui rivolgersi in caso di bisogno – a partire dal 1522 – perché la consapevolezza sia un argine reale.

Il ricordo, infine, non rimuove la ferita della vicenda giudiziaria. L’uomo indagato per l’omicidio – un collega di corso – si è tolto la vita in carcere mesi dopo i fatti, prima dell’avvio del dibattimento. La comunità accademica ha scelto di non fermarsi a quel dolore, ma di accostarlo a un impegno concreto per le generazioni che oggi affollano aule e laboratori. La laurea alla memoria restituisce a Sara il traguardo che meritava e affida a chi resta un compito preciso: cambiare la cultura, ciascuno nel proprio raggio d’azione, perché nessuna studentessa debba più essere strappata ai propri sogni.