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INTERVISTE Messina in marcia per dire no alla violenza di genere e riaffermare il valore del rispetto

Terza Camminata cittadina con scuole, Università e istituzioni insieme per sensibilizzare e coinvolgere l’intera comunità


Ascolta le interviste alla rettrice dell’università di Messina, Giovanna Spatari; le assossore alle Pari opportunità e alle Politiche sociali, Liana Cannata e Alessandra Calafiore ed al sindaco, Federico Basile

MESSINA – La terza edizione della “Camminata contro la violenza di genere” ha attraversato il cuore della città trasformandola in un grande spazio di condivisione civile. Studenti, docenti, rappresentanti delle istituzioni, Forze dell’ordine e cittadini hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal Comune in collaborazione con Prefettura e Università degli studi di Messina, confermando un impegno ormai radicato nel tessuto cittadino.

La città unita nel segno del rispetto

La mattinata è iniziata a piazza Cairoli con il flashmob degli studenti del Liceo Classico Maurolico, che con “Scegli il rispetto, semina il futuro” hanno aperto il corteo con gesti coreografici e un richiamo forte alla responsabilità educativa. Gli studenti, protagonisti anche della grafica della maglietta ufficiale della manifestazione realizzata sotto la guida della dirigente Giovanna De Francesco, hanno scandito il ritmo della camminata con cartelli e striscioni che hanno trasformato la piazza in un laboratorio di consapevolezza e partecipazione.

Il corteo ha poi attraversato via Garibaldi, coinvolgendo le scuole Maurolico, Ainis, Basile, Seguenza e La Farina, insieme ai rappresentanti dell’Università, della Prefettura, del Comune e delle Forze dell’ordine. Una marcia nella quale Istituzioni e comunità hanno camminato fianco a fianco per ribadire che il contrasto alla violenza di genere è una responsabilità collettiva che non può essere delegata.

Durante il percorso, il sindaco Federico Basile ha sottolineato come l’iniziativa rappresenti un tassello di un percorso più ampio di prevenzione e cultura civica. “Questa camminata – ha affermato – è il simbolo di un patto che unisce istituzioni, mondo accademico e cittadini. Non ci limitiamo a reagire agli episodi di violenza, ma lavoriamo sulle radici culturali del problema, creando occasioni di dialogo e riflessione”.

Accanto a lui, l’assessora alle Politiche sociali Alessandra Calafiore ha ricordato come l’azione amministrativa non si esaurisca nella giornata simbolica, ma si traduca in un lavoro continuo al fianco delle donne che chiedono aiuto. “La sensibilizzazione è fondamentale – ha spiegato –, ma ogni giorno la rete dei servizi sociali, dei centri antiviolenza e dell’assistenza psicologica offre protezione, ascolto e percorsi di rinascita. Nessuna donna deve sentirsi sola quando decide di denunciare”.

Un ruolo centrale è stato evidenziato anche dall’assessora alle Pari opportunità e Istruzione Liana Cannata, che ha richiamato l’attenzione sulla scuola come primo presidio culturale. “La partecipazione dei giovani – ha dichiarato – dimostra che la lotta alla violenza di genere passa dalla formazione delle nuove generazioni. È nei banchi di scuola che si costruisce una società capace di rifiutare la prevaricazione e di coltivare il rispetto reciproco”.

L’arrivo del corteo in piazza Unione Europea ha dato spazio all’intervento della prefetta Cosima Di Stani, che ha richiamato un dato significativo: l’aumento delle denunce registrato nel 2024. “È un segnale incoraggiante – ha detto – perché significa che cresce la fiducia nelle istituzioni e che iniziative come questa spingono sempre più donne a trovare il coraggio di chiedere aiuto. La prevenzione passa anche da occasioni come la camminata, dove la comunità si mostra unita contro ogni forma di violenza”.

La manifestazione si è conclusa con un momento di riflessione condivisa, durante il quale studenti, insegnanti e cittadini hanno ribadito l’importanza di mantenere alta l’attenzione su un fenomeno che non riguarda solo le emergenze, ma la qualità delle relazioni e della vita sociale.

La camminata di Messina, giunta ormai alla sua terza edizione, si conferma non solo un evento simbolico, ma un appuntamento che alimenta un percorso continuo di partecipazione, responsabilità e cultura del rispetto.