ROMA – La partita sul Ponte sullo Stretto entra in una nuova fase, mentre il governo prepara una seconda delibera per il Cipess dopo la registrazione “con riserva” del provvedimento legato al progetto esecutivo e ai rilievi formulati dalla Corte dei conti. A delineare la road map è l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, che in un’intervista al quotidiano on-line Diac, specializzato in infrastrutture, spiega perché l’obiettivo resta ottenere una registrazione “a formula piena” e come i prossimi passaggi siano ora legati alla valutazione della Commissione europea sulle direttive Habitat e Appalti.
Ciucci, definendo “teoricamente possibile ma del tutto inappropriata” la registrazione con riserva, chiarisce che il percorso scelto passa da un pronunciamento favorevole di Bruxelles. “Contiamo su una valutazione della Commissione che consideri corretta la nostra interpretazione nell’applicazione delle direttive Habitat e Appalti. Una volta acquisita questa valutazione, potrà essere assunta dal governo una seconda delibera al Cipess”.
Sul capitolo ambientale, l’ad ricorda che la lettera inviata dalla Commissione Ue il 15 settembre scorso “riconosce l’impegno del governo e la valenza strategica dell’opera” e che in nessun punto emergono criticità sul metodo di comunicazione adottato dall’Italia. È atteso a breve un incontro con i servizi tecnici dell’esecutivo europeo, insieme al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per affrontare le questioni indicate dalla Corte dei conti come presunti profili di illegittimità nella procedura.
Altrettanto centrale il nodo sugli appalti e sulla presunta violazione del limite del 50 per cento rispetto al valore originario del contratto con il Contraente generale. Secondo Ciucci, la questione non sussiste. La quantificazione delle varianti rilevanti, spiega, “è pari ad appena 90 milioni di euro su un valore aggiornato del contratto Eurolink di 10 miliardi e 572 milioni”. Il motivo risiede nell’entrata in vigore delle direttive europee nel 2014, dopo l’approvazione della principale variante – quella da circa un miliardo, equivalente a oltre due miliardi a valori attualizzati al 2025. Anche includendo quest’ultima in uno “stress test”, osserva l’ad, la soglia del 50 per cento non sarebbe superata. Inoltre, precisa, l’incremento del corrispettivo complessivo è dovuto “in misura prevalente all’adeguamento dei prezzi e non a nuovi lavori”.
Ciucci affronta infine il tema del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti, che secondo la Corte dei conti sarebbe necessario nell’ambito della procedura. “Si è ritenuto che il parere fosse dovuto solo per le autostrade, mentre la viabilità sul Ponte è classificata, anche dalla Convenzione, come strada extraurbana di tipo B”. Pur ribadendo questa interpretazione, la Stretto di Messina presenterà comunque richiesta all’Art, avviando formalmente la procedura.
Il dossier ora si sposta quindi sul tavolo di Bruxelles, da cui dipenderà la ripartenza formale dell’iter Cipess e la possibilità di superare i rilievi posti dalla magistratura contabile.






