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INTERVISTA Un anno sul fronte della sicurezza: il bilancio dei carabinieri di Messina tra numeri (700 arresti), indagini e territorio

Il comandante provinciale, colonnello Lucio Arcidiacono, traccia il quadro di un 2025 complesso e guarda al 2026 con nuovi rinforzi. Dalle grandi operazioni contro mafia e caporalato al contrasto alle truffe agli anziani

MESSINA – I numeri raccontano un anno intenso, ma dietro le cifre ci sono volti, storie, indagini complesse e un lavoro quotidiano che spesso resta lontano dai riflettori. È con questo spirito che il colonnello Lucio Arcidiacono, comandante provinciale dei carabinieri di Messina, ha incontrato la stampa per il consueto bilancio di fine anno e per lo scambio degli auguri natalizi. Un momento di confronto che è andato oltre la semplice rendicontazione, trasformandosi in una riflessione più ampia sul ruolo dell’Arma, sul rapporto con il territorio e sulle sfide che attendono il 2026.

Nel corso del 2025 i carabinieri del comando provinciale di Messina hanno arrestato quasi 700 persone e denunciato oltre 4 mila soggetti. I controlli hanno riguardato circa 176 mila persone e 130 mila veicoli, a testimonianza di una presenza costante e capillare su tutta la provincia, dalle aree urbane alle zone interne. Un’attività che ha richiesto sacrifici importanti: 22 militari sono rimasti feriti durante i servizi di controllo del territorio, un dato che Arcidiacono ha voluto ricordare per sottolineare il costo umano di un impegno quotidiano spesso dato per scontato.

Prima di entrare nel dettaglio delle attività operative, il comandante provinciale ha voluto rivolgere un ringraziamento ai giornalisti messinesi, ribadendo come l’informazione rappresenti un elemento essenziale della democrazia. La collaborazione tra Arma e stampa, ha sottolineato, consente una comunicazione corretta e trasparente, rafforzando il rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini e contribuendo alla diffusione di una cultura della legalità.

L’impegno quotidiano e la tutela delle fasce più fragili

Tra i fronti più delicati affrontati nel corso dell’anno, Arcidiacono ha richiamato con forza quello delle truffe ai danni degli anziani. Un fenomeno definito odioso e difficile da estirpare, ma sul quale l’Arma ha concentrato risorse investigative e attività di prevenzione. Nel 2025 sono state arrestate otto persone e denunciate altre tredici, mentre ulteriori indagini sono tuttora in corso. Secondo il comandante, i dati indicano una diminuzione dell’incidenza del fenomeno rispetto al passato, segnale che il lavoro svolto in sinergia con il territorio e con le famiglie inizia a produrre risultati, pur in un contesto che richiede attenzione costante.

Accanto alla prevenzione, resta centrale il controllo del territorio come primo presidio di sicurezza. In questa direzione si inserisce lo sguardo al futuro e al rafforzamento degli organici. Nel 2026 arriveranno 79 nuovi militari, che saranno distribuiti nei vari presidi della provincia, con particolare attenzione alle zone periferiche. “Saranno tutti impegnati nel controllo del territorio – ha assicurato Arcidiacono – e nessuno finirà dietro una scrivania”. Un segnale concreto per un’area vasta e articolata come quella messinese, dove la presenza fisica dell’Arma resta un elemento fondamentale di prevenzione e rassicurazione sociale.

Le grandi indagini tra mafia, immigrazione e sfruttamento del lavoro

Il 2025 è stato anche l’anno di operazioni di grande rilievo, che hanno inciso in profondità su fenomeni criminali radicati. Tra queste spiccano le operazioni “Puma” e “Tysandros”, che hanno fatto emergere il controllo mafioso di un’area a cavallo tra Messina e Catania e che, il 13 marzo scorso, hanno portato all’arresto di 31 persone con l’aggravante del metodo mafioso. Un risultato che conferma l’attenzione costante dell’Arma nei confronti delle infiltrazioni criminali e della difesa dell’economia legale.

Di particolare importanza anche l’operazione “Feluca”, scattata il 13 giugno, che ha smantellato un’organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con il fermo di sei persone. A novembre, invece, un’altra indagine ha portato all’arresto di quattro soggetti per caporalato, in un’azione condotta in collaborazione con l’ispettorato provinciale del lavoro. Un ambito, quello dello sfruttamento lavorativo, che Arcidiacono ha indicato come prioritario, ricordando come dietro l’illegalità si nascondano spesso mondi in cui la criminalità prolifera e realizza ingenti guadagni a scapito della dignità e della sicurezza dei lavoratori.

I delitti che hanno segnato l’anno e lo sguardo al 2026

Nel bilancio di fine anno non poteva mancare il ricordo dei fatti più drammatici che hanno segnato il 2025. Arcidiacono ha richiamato le indagini sugli omicidi della studentessa Sara Campanella e del giovanissimo Giuseppe Di Dio, ucciso a Capizzi, oltre al delitto di Angelo Pirri, avvenuto a Pace del Mela. Indagini definite “delicatissime”, che hanno richiesto grande professionalità ma che hanno lasciato un segno profondo anche dal punto di vista umano nei carabinieri impegnati sul campo.

Guardando al nuovo anno, il comandante provinciale ha ribadito che l’attività dell’Arma proseguirà senza soluzione di continuità, rafforzata dall’arrivo delle nuove unità e da una strategia che continuerà a puntare sulla presenza, sulla prevenzione e sulla collaborazione istituzionale. Non è mancato un cenno alla fiction Rai “L’invisibile”, dedicata alla cattura di Matteo Messina Denaro, che vedrà Lino Guanciale interpretare proprio Arcidiacono, un aspetto affrontato con discrezione e un certo imbarazzo, preferendo riportare l’attenzione sul lavoro quotidiano dei carabinieri.

L’incontro si è concluso con un brindisi e con un augurio sincero di buon Natale e di un anno nuovo all’insegna di pace, sicurezza e coesione sociale. Un saluto che ha idealmente unito due mondi fondamentali per una democrazia viva e funzionante: quello dell’informazione e quello dell’Arma dei carabinieri, entrambi chiamati, ciascuno nel proprio ruolo, a essere al servizio dei cittadini.