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Aia Messina, Rebecca Arena debutta in Seconda categoria: un esordio che segna un passo avanti per l’arbitraggio femminile

La giovane arbitra ha diretto la gara tra Calcio Rometta Marea e San Pier Niceto. “Un’esperienza emozionante e formativa, il sogno è arrivare presto in ambito regionale”

MESSINA – Un debutto che vale più di una semplice designazione. Rebecca Arena ha fatto il suo esordio in Seconda categoria dirigendo l’incontro tra Calcio Rometta Marea e San Pier Niceto, raggiungendo un traguardo significativo non solo a livello personale ma anche per l’intero movimento arbitrale messinese. Si tratta infatti di una presenza femminile che mancava da tempo nei campionati dilettantistici della provincia, a conferma di un percorso che lentamente sta aprendo nuove prospettive.

Per la giovane arbitra della sezione AIA di Messina, l’esordio è stato vissuto con entusiasmo e partecipazione. “È stato molto bello ma anche emozionante e divertente – ha raccontato –. Mi sono sentita molto bene sul terreno di gioco durante la partita. Le società sono state molto gentili con me, è stato davvero piacevole”. Sensazioni positive che testimoniano un clima di rispetto e collaborazione, elementi fondamentali per chi muove passi importanti nel proprio cammino arbitrale.

La sezione messinese dell’Associazione italiana arbitri continua da tempo a porre l’accento sull’importanza del reclutamento femminile, anche alla luce delle indicazioni della Figc che sollecita una presenza sempre più ampia di donne nel ruolo arbitrale. Un percorso che richiede impegno, ma che può rappresentare una significativa opportunità di crescita personale e sportiva.

In questo senso, Rebecca Arena lancia un messaggio chiaro alle ragazze che guardano con curiosità al mondo dell’arbitraggio. “Il consiglio è di non avere paura e di provarci. Se si ha passione per il calcio e per l’ambiente arbitrale, è un’esperienza che ti forma soprattutto dal punto di vista caratteriale”. Un percorso che, come lei stessa spiega, aiuta a superare timidezze e insicurezze. “Io non sono una persona molto estroversa, ma arbitrando ho imparato a relazionarmi anche con persone più adulte. Ho iniziato a 16 anni e il confronto con dirigenti e addetti ai lavori è stato continuo. In campo si acquisiscono sicurezza e capacità di prendere decisioni in pochissimo tempo, perché fino a una certa categoria sei da solo”.

Lo sguardo, però, è già rivolto al futuro. “Il prossimo traguardo – conclude – è la Prima categoria, l’obiettivo più vicino. Naturalmente si punta sempre a salire. I risultati arrivano con impegno, sacrificio, allenamento e soprattutto con lo studio del regolamento, che è fondamentale. Mi auguro di arrivare il prima possibile in regione”. Un obiettivo chiaro, che racconta ambizione e determinazione, le stesse qualità che hanno accompagnato questo primo, importante passo.