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Messina Social City, il modello pubblico che ridisegna il welfare cittadino

Presentato al Palazzo Zanca i risultati di un modello che cresce nei numeri e nel consenso. Introdotta anche l'adesione al progetto "Messina 2027/2032" di Pulitanò e Genitori

MESSINA – Una scelta politica mutata nel tempo in un cambiamento strutturale del sistema di welfare cittadino è quanto emerso e rivelato dalla conferenza stampa dedicata a Messina Social City, l’azienda speciale del comune per la gestione pubblica dei servizi sociali, svolta presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca nell’ambito del ciclo di incontri “Messina 2027/2032 – Il futuro inizia oggi”. Un appuntamento che ha consentito di fare il punto su un modello ormai consolidato illustrandone visione, numeri, impatto sociale ed effetti economici, occasione per ribadire il valore politico e amministrativo di una scelta che ha profondamente trasformato l’organizzazione dei servizi alla persona in città.

Basile: “Superata la frammentazione storica dei servizi”

Ad aprire i lavori è stato il sindaco Federico Basile, che ha indicato Messina Social City come uno degli strumenti centrali dell’azione amministrativa nel campo delle politiche sociali. Un modello che ha permesso di superare una frammentazione storica dei servizi, restituendo al comune la capacità di programmare, coordinare e governare direttamente gli interventi. Secondo il primo cittadino, la gestione pubblica garantisce oggi continuità, qualità e tutela delle fasce più fragili, consentendo una visione complessiva e integrata dei bisogni della città. Un approccio che rafforza il ruolo sociale dell’ente locale e rende il welfare una leva strategica di sviluppo e coesione.

Calafiore: “Una scelta politica chiara e coraggiosa”

A ricostruire il percorso che ha portato alla nascita di Messina Social City è stata l’assessore alle Politiche sociali Alessandra Calafiore, che ha ricordato come la costituzione dell’azienda speciale sia stata il risultato di una decisione politica netta. Prima del 2018, il sistema dei servizi sociali era basato su una gestione frammentata, affidata a una molteplicità di cooperative attraverso appalti che rendevano difficile il controllo, la programmazione e la continuità degli interventi. Un modello che presentava numerose criticità e non consentiva di rispondere in modo efficace ai bisogni della cittadinanza.

“Con Messina Social City – ha spiegato Calafiore – è stato costruito un modello pubblico che garantisce stabilità, integrazione dei servizi e una presa in carico complessiva delle persone. Non si tratta solo di aumentare i numeri, ma di costruire un sistema capace di rispondere ai bisogni a 360 gradi”.

Asquini: “Dal welfare prestazionale a quello generativo”

La presidente di Messina Social City, Valeria Asquini, ha sottolineato il valore del percorso di crescita dell’Azienda speciale, evidenziando come il cambiamento più significativo sia stato qualitativo oltre che quantitativo: “Messina Social City – ha affermato – ha permesso di superare definitivamente un sistema disorganico, costruendo un modello pubblico integrato capace di garantire continuità, omogeneità degli interventi e una presa in carico complessiva dei bisogni”. Secondo Asquini, la trasformazione ha segnato il passaggio da un welfare esclusivamente prestazionale ad uno generativo, in grado di attivare processi di crescita, costruire autonomia nelle persone e rafforzare la comunità nel suo insieme.

Occupazione stabile e professionalità riconosciute

Sul piano occupazionale, Asquini ha ricordato come nel 2019 siano transitati in Messina Social City 493 dipendenti provenienti dal sistema cooperativistico. Negli anni successivi, il percorso di riorganizzazione ha consentito la stabilizzazione di 159 lavoratori nel 2022 e di 133 nel 2024.

Oggi l’Azienda conta 1.308 risorse umane, di cui 649 a tempo indeterminato e 659 a tempo determinato, a conferma di un investimento pubblico che ha prodotto occupazione stabile, professionalità riconosciute e una filiera dei servizi sociali più strutturata e sostenibile.

I numeri dei servizi, crescita e potenziamento

I dati illustrati durante la conferenza evidenziano una crescita significativa dei servizi offerti. L’assistenza scolastica agli alunni con disabilità è passata da 350 beneficiari stimati nel 2018 a 906 nel 2025, con un incremento del 160 per cento ed un servizio oggi multidisciplinare, capace di coinvolgere anche le famiglie. Il servizio scuolabus, inesistente prima del 2019, registra oggi 1190 richieste evase, garantendo mobilità scolastica e partecipazione alle attività pomeridiane. La refezione scolastica è cresciuta da 1.200 a 3.000 pasti giornalieri, assicurando qualità e continuità.

I Centri socio-educativi coinvolgono oggi 785 minori, rispetto ai circa 500 del 2018, con spazi riqualificati, nuove dotazioni e apertura anche mattutina. Gli asili nido sono passati da 3 strutture e 65 posti a 6 nidi e 158 posti, con l’attivazione di sei servizi integrativi per l’infanzia.

Assistenza domiciliare e mobilità, servizi più strutturati

Sul fronte dell’assistenza domiciliare ad anziani e persone con disabilità, i beneficiari sono aumentati da 640 a 930, con una maggiore professionalizzazione del personale, l’inserimento di operatori socio-sanitari e un rapporto operatore/assistito di uno ogni tre beneficiari. Anche il supporto alla mobilità delle persone con disabilità, prima frammentato e non strutturato, oggi coinvolge 190 minori e 210 adulti, grazie a mezzi dedicati e a un’organizzazione stabile.

I costi, più servizi con meno spesa

Particolarmente significativi i dati economici. Prima del 2018, il sistema basato sulle cooperative comportava un costo di oltre 20,3 milioni di euro per 18 mesi, a fronte di servizi frammentati e scarsa integrazione. Con l’internalizzazione e la nascita di Messina Social City, il costo per lo stesso periodo è sceso a 15,5 milioni di euro, con un risparmio immediato superiore ai 4 milioni. Nel 2025, il contratto di servizio annuale si attesta a 13 milioni di euro, pur a fronte di un numero di servizi e beneficiari nettamente superiore.

De Luca: “Abbiamo scelto di governare, non di delegare”

Nel corso della conferenza è intervenuto anche Cateno De Luca, che ha ricondotto la nascita di Messina Social City a una scelta politica di responsabilità: “Quando siamo arrivati – ha dichiarato – il sistema era frammentato e opaco. Abbiamo scelto consapevolmente di cambiare modello, costruendo un sistema pubblico fondato su efficacia, efficienza ed economicità”. L’ex primo cittadino ha sottolineato come oltre l’80% dei servizi sia oggi nuovo o potenziato rispetto al passato, con risparmi già nel primo anno ed una qualità delle prestazioni sensibilmente migliorata. “Questo percorso – ha concluso – non è il successo di una parte politica, ma un patrimonio dell’intera città”.

Nuove adesioni al progetto Messina 2027/2032

Nel corso dell’incontro, il coordinatore regionale di Sud Chiama Nord Danilo Lo Giudice ha presentato le adesioni di Massimo Pulitanò e Giovanna Genitori, due medici e professionisti della società civile, al progetto Messina 2027/2032. Entrambi hanno spiegato la scelta come una decisione maturata nel tempo, fondata sulla condivisione del metodo di lavoro, della visione e dell’obiettivo di contribuire concretamente alla crescita della città.