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politica

Taormina. Partecipate comunali sotto accusa, Prt: “I nostri rilievi erano fondati”

Dopo appena sei mesi i budget triennali cambiano volto. L’opposizione denuncia piani fragili, documenti incompleti e rischi di nuovi costi per i cittadini

TAORMINA – Le critiche avanzate nei mesi scorsi non erano pregiudiziali, ma fondate sui fatti. È la posizione ribadita con forza da Prt dopo il Consiglio comunale del 18 dicembre, nel corso del quale sono state presentate le delibere per l’approvazione dei primi budget triennali delle tre partecipate costituite nel 2025: Taormina Social City, Fondazione Taormina e Patrimonio Taormina. Documenti che, secondo l’opposizione, mostrano un cambio di impostazione così profondo da mettere in discussione la solidità dei piani originari su cui la maggioranza aveva chiesto fiducia. “Così concepite, queste società diventeranno solamente un costo per i cittadini e leve di equilibrio politico, più che strumenti per migliorare servizi e vivibilità. Per averlo detto e per avere sottolineato che i piani presentati erano inadeguati e non precisi, ci è stato detto che eravamo stolti o in mala fede”, ha dichiarato Marco Rao, rivendicando oggi la coerenza delle osservazioni avanzate fin dalla costituzione delle partecipate. Il dato che più colpisce, per Prt, è la rapidità con cui sono cambiati numeri e strategie: in pochi mesi aumentano alcune voci di spesa, si riducono ricavi e autofinanziamento, si modificano assetti del personale, senza che emerga una cornice programmatoria chiara e verificabile.

Piani deboli e controllo analogo svuotato
Alla base delle contestazioni c’è un problema di metodo e trasparenza. Senza un Piano Programma definito, senza indicatori di risultato e con Piani economico-finanziari difficilmente leggibili, il controllo analogo del Consiglio comunale rischia di trasformarsi in un passaggio formale privo di efficacia. È su questo punto che insiste il consigliere Luca Manuli, sottolineando come i bilanci di previsione approvati “stravolgono i quadri su cui la maggioranza chiedeva fiducia pochi mesi fa, con scostamenti marcati, informazioni incomplete e motivazioni insufficienti”, confermando che quei piani erano “inadeguati e incompleti”. Nel caso della Taormina Social City, il budget arriva in aula senza il Piano Programma previsto dall’articolo 114 del Tuel e dallo Statuto della partecipata, accompagnato da un PEF profondamente modificato: cresce il personale, diminuiscono alcune entrate e aumentano i costi internalizzati, ma senza un quadro puntuale di utenti, servizi e tariffe né indicatori in grado di misurare la qualità delle prestazioni e giustificare gli scostamenti.

Fondazione e Patrimonio, numeri senza strategia
Anche per la Fondazione Taormina i documenti evidenziano riduzioni significative su ricavi, autofinanziamento, personale e rendite dei beni, mentre aumentano le risorse pubbliche, senza che sia disponibile un impianto programmatorio leggibile che colleghi in modo trasparente la spesa attesa ai risultati. Ancora più carente, secondo Prt, il budget della Patrimonio Taormina, privo del Piano Programma obbligatorio e presentato con una sola tabella di PEF, senza linee gestionali, indicatori, piano degli investimenti e fabbisogno del personale, con verbali e pareri dei revisori che rinviano ad atti non allegati. “In queste condizioni il Consiglio non può svolgere un controllo effettivo e il mio voto non poteva che essere contrario”, ha concluso Manuli, evidenziando la necessità di una visione strategica che metta al centro l’interesse di Taormina e dei taorminesi, fondata su metodo, competenza e trasparenza, per evitare che le partecipate diventino un peso strutturale sui conti e sui cittadini.