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cultura & spettacoli

Palermo, alla Basilica Magione la musica sacra custodisce la memoria delle vittime di mafia

Nel concerto "Per non dimenticare" la musica di Bartolomeo Cosenza diventa voce della memoria e della speranza

PALERMO – La musica ha riempito la navata, ma è stato il silenzio ad avere il peso maggiore. Alla Basilica della Santissima Trinità “La Magione”, lo spettacolo “Per non dimenticare” ha dato forma a un momento di riflessione collettiva dedicato alle vittime di mafia, affidando alla sacralità dell’ascolto il compito di custodirne la memoria. La chiesa normanna, con la sua architettura austera e senza tempo, si è rivelata lo spazio ideale per un evento che ha trasformato la musica in strumento di riflessione e di condivisione del dolore, ma anche di speranza. L’iniziativa, nata dalla sensibilità e dalla direzione artistica di Salvatore Di Grigoli, ha confermato come la cultura possa ancora farsi veicolo di memoria civile e di riscatto morale.

Saluti istituzionali e le parole dei familiari

Ad aprire l’incontro sono stati i saluti di don Massimiliano Purpura, nuovo parroco della Magione e cappellano della Polizia di Stato, seguiti dall’intervento di Carmine Mancuso. A introdurre il pubblico nel cuore del programma è stata poi la giornalista Anna Cane, che ha guidato una serata costruita come un dialogo continuo tra musica e parola.

Fondamentali, in questo percorso, le testimonianze affidate alla voce narrante di Vittoria Di Bella, del blog Inchiostro Vivo, che ha dato corpo e profondità alle riflessioni di Flavia Zagara, Roberto Saetta e Rossella Accardo, familiari di vittime di mafia. Parole misurate, mai retoriche, capaci di restituire umanità ai nomi e alle storie di chi è stato strappato alla vita dalla violenza criminale. Un ascolto necessario, che ha preparato emotivamente il pubblico all’esperienza musicale.

Il repertorio sacro tra rigore ed emozione

Il programma, curato dall’organista e compositore Bartolomeo Cosenza, ha attraversato pagine significative del repertorio sacro e lirico, da Mozart a Schubert fino a Verdi, interpretate con rigore stilistico. Protagonisti della serata i soprani Valentina Di Franco e Sonia Contino, il baritono Pio Gaetano Alfano e il violinista Mario Renzi, che hanno dato vita a un’esecuzione intensa, sobria e perfettamente aderente al contesto spirituale dell’evento.

L’Ave Maria come invocazione collettiva

Momento centrale e altamente simbolico è stato l’ascolto dell’Ave Maria composta dallo stesso Bartolomeo Cosenza. L’interpretazione del soprano palermitano Valentina Di Franco ha segnato uno dei passaggi più toccanti dell’intero concerto. La sua voce, limpida e controllata, si è diffusa nella navata in un silenzio carico di raccoglimento, trasformando la composizione in una vera e propria invocazione corale. Ogni frase musicale è sembrata elevarsi oltre le antiche pietre della basilica, facendosi gesto di pietà e abbraccio simbolico per i familiari delle vittime presenti.

Memoria che unisce oltre le differenze

A sottolineare il valore universale dell’iniziativa anche la presenza del console generale del Regno del Marocco a Palermo, Maryem Nassif, insieme all’addetto alle pubbliche relazioni del consolato, Fabrice Frangipane. Una partecipazione che ha ribadito l’importanza del dialogo interculturale e interreligioso, dimostrando come la musica ed il ricordo delle vittime innocenti possano unire comunità diverse nel nome della giustizia, della dignità umana e della pace.