Si chiude un capitolo controverso della selezione per l’ingresso alla facoltà di medicina, ma il cammino verso l’accesso libero è ancora lungo. Dopo l’approvazione alla Camera della riforma che abolisce il test a quiz (Tolc), l’onorevole Calogero Leanza, primo firmatario del testo approvato all’unanimità all’assemblea Regionale siciliana, ora recepito nella riforma che ha ottenuto il via libera dalla Camera dei Deputati. Il provvedimento intrapreso prevede, tra le principali novità, la presenza di un sistema che punta a superare la logica meramente nozionistica che per anni ha caratterizzato l’accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, un risultato definito dallo stesso Leanza come una “conquista importante”, ma che non rappresenta ancora l’obiettivo finale.
“Una vittoria a metà, serve l’accesso libero“
“Si apre una porta, ma resta una vittoria a metà”, afferma Leanza, che si dice soddisfatto per l’eliminazione dei quiz, da lui ritenuti “strumenti che per troppo tempo hanno escluso giovani capaci e meritevoli, sacrificati da un sistema che premiava la memoria più della vocazione e delle competenze reali”. Tuttavia, l’onorevole ha sottolineato come la vera sfida sia ora, quella di garantire l’accesso libero, eliminando qualunque sbarramento iniziale che, seppur con nuove modalità, rischia di mantenere le barriere all’ingresso. “La selezione deve avvenire nel corso degli studi, attraverso criteri di merito basati sulla preparazione e sulla progressione accademica, non all’inizio del percorso, quando si impedisce a tanti giovani di coltivare il proprio sogno di diventare medici”.
Investimenti strutturali e borse di specializzazione, le nuove priorità
Secondo Leanza, l’abolizione del quiz è solo il primo tassello di una riforma che deve necessariamente essere accompagnata da investimenti mirati. “Dobbiamo rafforzare la rete formativa, ampliare le borse di specializzazione e potenziare le infrastrutture universitarie” ha spiegato. Senza queste misure, l’allargamento della platea di accesso rischia di tradursi in un mero aumento degli iscritti, senza garantire un percorso di qualità e adeguato alle esigenze del sistema sanitario nazionale, oggi alle prese con la carenza di medici in molte aree specialistiche e geografiche del Paese, con l’auspicio dell’onorevole che la riforma approvata dalla Camera non sia interpretata come un traguardo, ma come un punto di partenza.
Una riforma attesa da anni
La riforma dell’accesso a Medicina rappresenta una delle questioni più discusse degli ultimi decenni. Da anni, studenti, famiglie e associazioni chiedevano un cambio di rotta rispetto al tradizionale sistema d’ingresso. L’approvazione del nuovo testo segna un primo passo, ma lascia aperte numerose questioni operative e strutturali su cui il legislatore sarà chiamato a intervenire nei prossimi mesi: “Continueremo a batterci – conclude Leanza – affinché l’accesso libero a Medicina diventi realtà e si costruisca un sistema che risponda, finalmente, alle esigenze dei cittadini e dei nostri ospedali”.