TAORMINA – Un lungo corteo silenzioso ha attraversato il cuore di Taormina, da porta Messina a porta Catania, per chiedere con determinazione e dignità una sola cosa: la permanenza del Centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo (Ccpm) all’interno dell’ospedale San Vincenzo. Con in testa uno striscione che recitava “Il Ccpm è casa nostra”, i piccoli pazienti del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica hanno sfilato ieri pomeriggio insieme ai loro genitori, stringendo tra le mani cuori spezzati di carta. Simboli fragili, ma potenti, di una protesta che non si ferma.
La mobilitazione si inserisce nel solco del presidio permanente che vede i genitori accampati davanti all’ospedale, in attesa di un segnale dalle istituzioni. Il tempo però stringe: il 31 luglio scadrà la proroga concessa dal Ministero e, al momento, non ci sono comunicazioni ufficiali sul futuro del Centro. Da qui, la crescente preoccupazione delle famiglie, che vedono nel trasferimento o nella chiusura del Ccpm la fine di un’esperienza di cura unica in Sicilia e in tutto il Sud Italia.
Accanto alla manifestazione sul Corso, prosegue anche la petizione online lanciata dal Comitato dei Genitori, che ha già superato quota 77mila firme. L’obiettivo ora è arrivare a 100mila sottoscrizioni per presentare formalmente la richiesta in Parlamento e ribadire con forza l’importanza di mantenere il Centro a Taormina, dove da anni offre assistenza altamente specializzata ai bambini affetti da patologie cardiache complesse.
Paradossalmente, mentre a Taormina si manifesta, l’equipe medica del Ccpm – guidata dal primario Sasha Agati – è appena rientrata dal Camerun, dopo aver portato a termine la seconda missione nell’ambito del Piano Mattei. Il progetto “Cuori Ribelli”, realizzato in collaborazione con l’Asp di Messina e l’associazione “Una Voce per Padre Pio Onlus”, ha consentito di operare gratuitamente venti bambini africani affetti da gravi cardiopatie congenite.
Il prossimo appuntamento chiave sarà mercoledì all’Assemblea regionale siciliana, dove una delegazione del Comitato Genitori sarà ascoltata in Commissione Sanità. Le famiglie sperano che da quel confronto possa emergere un impegno concreto e non rinviabile. Perché il tempo, per i bambini del Ccpm, non è mai una variabile negoziabile.






