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VIDEO Militello piange Baudo, applausi e coro per l’addio nella sua terra al maestro della Tv

Nel santuario di Santa Maria della Stella la celebrazione dei funerali. Presenti famiglia, artisti, istituzioni (con in testa il presidente del Senato La Russa) e migliaia di persone

Gli applausi e i cori all’uscita del feretro dal Santuario Santa Maria La Stella

MILITELLO IN VAL DI CATANIA – Un applauso lunghissimo, accompagnato dal coro “Pippo, Pippo!”, ha salutato l’uscita del feretro dal santuario di Santa Maria della Stella. Militello, la città dove Pippo Baudo era nato, ha reso omaggio al conduttore che per oltre mezzo secolo ha rappresentato il volto più popolare della televisione italiana. In piazza, stracolma di gente, il dolore si è trasformato in un abbraccio collettivo.

La funzione è stata officiata dal vescovo di Caltagirone, monsignor Calogero Peri, insieme a don Giuseppe Luparello, parroco del santuario, e a don Giulio Albanese, padre spirituale che ha accompagnato Baudo negli ultimi giorni. “Carissimo Pippo – ha esordito monsignor Peri – ti auguriamo di splendere come stella non soltanto nel firmamento degli uomini, ma anche in quello di Dio. Siamo qui per dare attestato di stima e gratitudine, ma soprattutto per celebrare la Pasqua del Signore che sfida la morte e la vince. È un dolore che ci mette a tacere, ma sappiamo che l’amore resta”.

Don Albanese ha sottolineato il legame profondo tra Baudo e la sua terra: “Ha reso onore a Militello, alla Sicilia e all’Italia intera. È entrato nelle case degli italiani con rispetto, è stato un uomo celebre ma vicino, testimone di fraternità. Poco prima di morire mi ha confidato che il successo, da solo, non basta a riempire i cuori. Lo ricorderemo come uomo generoso, capace di aiutare senza clamore, sempre in difesa della giustizia e della legalità. La sua ultima comunione è stata un momento di commozione pura: mi ha guardato, ha pianto e ha ripetuto tre volte la parola ‘grazie’”.

In prima fila i figli Alessandro e Tiziana, insieme ai nipoti. Alessandro, arrivato dall’Australia, ha ricordato con emozione i viaggi in Sicilia fatti con il padre e l’affetto trasmesso al figlio Sean: “Ne conservo ricordi bellissimi che porterò sempre con me. Mi rammarica solo che non abbia conosciuto gli ultimi nipoti”. Accanto alla famiglia Dina Minna, storica assistente, che lo ha seguito per decenni.

La chiesa e la piazza hanno visto la presenza di molti artisti. Albano,visibilmente commosso ha evidenziato di aver vissuto “una tripla emozione, ripensando a tutte le cose fatte insieme”. Gigi D’Alessio ha sottolineato “25 anni di ricordi con lui. Mi mancheranno i suoi consigli, il padre che ti dice ‘qui hai fatto bene, qui stai attento’”. Lorella Cuccarini, amica e partner in molte trasmissioni rimaste nella storia della Rai, ha seguito commossa la celebrazione. “Mi ha inventato lui. Il suo testamento morale – chiosa il regista Michele Guardì – è il rispetto del pubblico: chiedeva sempre chiarezza e trasparenza a chi parlava davanti alle telecamere”.

Dal mondo politico è arrivata una partecipazione corale. “La Sicilia – le parole del presidente della Regione, Renato Schifani – ha reso omaggio a uno dei suoi figli più illustri. È stato protagonista assoluto della cultura e dello spettacolo, sempre orgoglioso delle sue radici. Rimarrà un esempio per tutti noi”. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricordato “la prima volta che sentii il suo nome, avevo otto anni. Lo ha conosciuto tutta Italia e non lo dimenticherà”. Il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi ha aggiunto: “Ho collaborato con lui, era un costruttore, un ideatore, un realizzatore. Quando mi occupai di Sanremo mi diede consigli preziosi, che hanno segnato la mia carriera”.

Il sindaco di Militello, Giovanni Burtone, ha parlato di un legame che non si è mai spezzato: “Era un siciliano con la schiena dritta e la testa alta. Non ha mai voluto il cappello in mano, ma ha sempre creduto nel protagonismo della nostra terra. Lo abbiamo considerato un familiare. Non amava il divismo, era sobrio, allegro, sempre solare. Ha saputo innovare la Rai, unire il Paese attraverso la lingua italiana e dare un contributo dal basso allo sviluppo delle comunità”.

Alla celebrazione hanno preso parte anche il ministro Adolfo Urso, il presidente dell’Assemblea siciliana Gaetano Galvagno e altri rappresentanti istituzionali. La camera ardente era stata aperta in mattinata e visitata da migliaia di persone provenienti da tutta la Sicilia e dal resto d’Italia. Per l’occasione il sindaco ha proclamato il lutto cittadino, ordinando bandiere a mezz’asta e la sospensione di ogni attività pubblica di intrattenimento.

Il collegamento in diretta da Militello in Val di Catania per RadioTaormina Tv, con le immagini della camera ardente e le dichiarazioni della gente

MILITELLO IN VAL DI CATANIA – La bara, trasportata su un carro funebre Maserati, era arrivata a Militello nella notte, accolta già allora da decine di cittadini con un applauso. Al termine della funzione, l’ultimo saluto collettivo ha accompagnato il feretro verso il cimitero, dove Baudo è stato sepolto nella cappella di famiglia.

Un uomo che ha fatto la storia della televisione italiana, ma che non ha mai reciso il legame con la sua terra. Militello lo ha salutato come un figlio, l’Italia lo ricorderà come il maestro capace di portare il servizio pubblico dentro le case di milioni di persone.

Il ricordo di Salvo La Rosa