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Giardini Naxos, il mito si fa donna, al via la rassegna “Interpretare l’Antico 2025”

Il cartellone prosegue con MEdusa – Mostro – Madre – Mistero e IO – Una corsa infinita, due spettacoli che restituiscono voce e dignità a figure femminili del mito

GIARDINI NAXOS – Dopo l’avvio brillante con I Cavalieri di Aristofane, per la regia di Cinzia Maccagnano, la quinta edizione di Interpretare l’Antico 2025 prosegue al teatro della Nike del Parco Archeologico di Naxos con due appuntamenti dedicati al mito al femminile. Un percorso che intende ribaltare le prospettive tradizionali e restituire voce e dignità a figure troppo spesso ingabbiate da secoli di narrazioni patriarcali.

Un festival tra memoria e contemporaneità

La rassegna, diretta da Gigi Spedale e promossa dalla Rete Latitudini con il patrocinio del Comune di Giardini Naxos e dell’Ersu Messina, in collaborazione con Naxoslegge e il Cospecs/Dams dell’università di Messina, conferma la propria vocazione, quella di intrecciare mito, teatro contemporaneo e riflessione critica. Non una mera riproposizione dei classici, dunque, ma una rilettura capace di parlare al presente, affrontando temi di identità, violenza, resistenza e trasformazione.

“MEdusa -Mostro – Madre -Mistero”

Mercoledì 24 settembre alle 20.30 sarà la volta di MEdusa Mostro – Madre – Mistero, con la regia di Filippa Ilardo e Dario La Ferla, drammaturgia di Elisa Di Dio e della stessa Ilardo. In scena, insieme alle protagoniste Jessica Aiello, Elisa Di Dio, Federica Gurrieri e Andrea Saitta, le musiche dal vivo di Davide Campisi.

Il mito della Gorgone, tra i più noti e controversi dell’immaginario antico, viene qui ribaltato. La sua non è più la figura di una creatura mostruosa dal volto orrendo e dalla chioma di serpenti, bensì una giovane donna punita e cancellata per essere stata vista, desiderata e violata. L’eroismo di Perseo si incrina e, per la prima volta è Medusa stessa a raccontare la sua verità, trasformandosi in simbolo di memoria e resistenza. Lo spettacolo si fa rito collettivo, restituendo al pubblico la crudezza e la potenza di una voce femminile oscurata per secoli dalla propaganda dei vincitori.

“IO – Una corsa infinita”

Il giorno successivo, giovedì 25 settembre alle 20.30, andrà in scena IO – Una corsa infinita, testo di Costanza DiQuattro, interpretato da Alessandra Salamida e diretto da Cinzia Maccagnano, con le musiche di Mario Incudine e le scene e i costumi di Monica Mancini. La vicenda di Io, ninfa amata, trasformata in giovenca da Zeus e condannata a un vagare eterno, diventa allegoria di dolore e resistenza. Nel monologo, il mito si trasforma in parabola universale sulla condizione umana. Un racconto che interroga il pubblico sul senso dell’identità e sul valore della libertà, in un intreccio di pathos e riflessione civile.

Chiusura con Saverio La Ruina

La rassegna si concluderà domenica 28 settembre con la consegna del premio L’Ombra di Dioniso a Saverio La Ruina, artista che porterà in scena il suo capolavoro Italianesi. Una pièce intensa che rievoca la tragedia dimenticata degli italiani rimasti prigionieri in Albania dopo la Seconda guerra mondiale, confermando il ruolo del festival come spazio di confronto su memoria, identità e ferite collettive.

Interpretare l’Antico 2025 si impone così come una rassegna capace di riportare alla luce il mito non come racconto cristallizzato, ma come materia viva, strumento di indagine e specchio del presente.