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POLITICA

Furci, mozione della minoranza: “Prendiamo posizione su Gaza, cessate il fuoco e aiuti”

Il testo chiede al Consiglio di riconoscere “il genocidio in corso”, condannare il Governo israeliano, sollecitare Roma su aiuti e accoglienza e invocare la liberazione degli ostaggi da Hamas

FURCI SICULO – La minoranza consiliare porta in aula una mozione che chiede al Comune di “prendere atto del genocidio in corso nella Striscia di Gaza”, condannare il Governo israeliano e sollecitare Roma per cessate il fuoco, aiuti umanitari e accoglienza. Nel testo anche l’appello alla liberazione degli ostaggi da parte di Hamas.

Il documento, protocollato il 24 settembre, è firmato da Francesca Spadaro, Maria Vera Scarcella, Francesco Rigano e Angelo Manganaro. I proponenti motivano l’iniziativa con “l’impossibilità di restare in silenzio di fronte a crimini contro l’umanità”.

La mozione richiama l’articolo 11 della Costituzione, la Convenzione Onu del 1948 sul genocidio, i richiami della Corte internazionale di giustizia e del Consiglio di sicurezza, e i mandati della Corte penale internazionale. Nel testo si parla di “bombardamenti continui, blocco umanitario e repressione dei dissidenti”, con “migliaia di vittime civili”.

I firmatari chiedono che il Consiglio si esprima con una posizione netta e che sindaco e giunta sollecitino il Governo nazionale ad avviare azioni concrete: aiuti e corridoi umanitari, tutela dei diritti fondamentali e sostegno all’accoglienza dei profughi provenienti da Gaza. Tra i passaggi politici, la condanna del Governo israeliano e la richiesta di “cessate il fuoco immediato”. Resta esplicita anche la richiesta della “liberazione degli ostaggi da parte di Hamas”.

Nel preambolo i proponenti citano le mobilitazioni civiche in Italia ed Europa per la fine delle ostilità e ricordano che il Consiglio, pur non avendo competenze di politica estera, rappresenta istituzionalmente la comunità e può avanzare un indirizzo etico e civile.

La mozione sarà ora calendarizzata per la discussione in Consiglio. Il voto definirà la posizione ufficiale dell’ente sulle richieste indirizzate al Governo nazionale.