Ascolta le interviste al colonnello Capizzi, al meteorologo Daniele Ingemi e all’assessore Minutoli
MESSINA – Sedici anni dopo l’alluvione dell’1 ottobre 2009, costata la vita a 37 persone tra Giampilieri e Scaletta Zanclea, la città ha scelto un ricordo che diventa responsabilità. Palazzo Zanca, sede del Comune di Messina, ha ospitato il convegno “Eventi meteorologici estremi: previsioni meteo e analisi climatica, dalla scala nazionale al contesto locale”, promosso dal Comune con il patrocinio del dipartimento regionale di protezione civile (drpc), MessinaServizi Bene Comune, Ispra, Isac-Cnr, 3BMeteo, Italiameteo e Aeronautica militare.
Il sindaco Federico Basile ha aperto i lavori sottolineando che le stagioni non seguono più i ritmi tradizionali e che gli eventi estremi aumentano in frequenza e imprevedibilità, con il ruolo della protezione civile decisivo nella prevenzione. L’assessore alla protezione civile, Massimiliano Minutoli, ha ricordato i passi avanti compiuti dal 2018: formazione continua, personale preparato, mezzi adeguati, volontari impegnati e un piano comunale aggiornato. In rappresentanza della prefetta Cosima Di Stani è intervenuto l’ammiraglio Santo Giacomo Le Grottaglie, che ha richiamato la tragedia di Giampilieri come monito e come leva per rafforzare la prevenzione. La presidente di MessinaServizi Bene Comune, Mariagrazia Interdonato, ha legato il tema del verde urbano alla sicurezza: la caduta di alberi e rami durante gli eventi estremi è un rischio concreto, da affrontare con manutenzione preventiva e messa in sicurezza.
Dalla previsione alla prevenzione: modelli, dati e reti operative
Ad aprire la sessione tecnica il colonnello Capizzi dell’Aeronautica militare, che ha richiamato le “isole di calore” e il Mediterraneo come hotspot climatico, indicando la necessità di azioni coordinate di prevenzione, adattamento e mitigazione. Renata Pelosini (Italiameteo) ha insistito sulla rete tra enti e sulla resilienza: la previsione conta, ma senza prevenzione non si riducono esposizione e vulnerabilità. Emanuela Piervitali (Ispra) ha mostrato il trend di riscaldamento in Italia, con 2024 anno più caldo delle serie per aria e mare e un aumento degli estremi di caldo. In collegamento, il direttore del drpc Salvatore Cocina ha chiesto che gli esiti della giornata siano condivisi con il dipartimento. Vincenzo Insinga (3BMeteo) ha auspicato una sala operativa regionale dedicata alle previsioni: molti eventi sono difficili da prevedere, ma il monitoraggio costante migliora la prevenzione.
Elenio Avolio (Isac-Cnr) ha illustrato la modellistica per il Sud: non solo alluvioni, ma anche tornado e medicanes, con progressi legati alla potenza di calcolo e a sistemi modulabili sulle diverse scale. Giuseppe Castorina (Ispra) ha presentato casi studio in Sicilia, dove l’orografia complessa richiede un approccio multi-model ad alta risoluzione: le catene modellistiche Moloch e Wrf forniscono risultati efficaci sulla scala locale. Luigi Pasotti (Sias) ha collegato il riscaldamento all’acqua disponibile: in Sicilia la temperatura media cresce di circa 0,4 °C per decennio, con più evaporazione ed evapotraspirazione; servono capacità d’accumulo, riduzione delle perdite e, sul fronte delle cause, transizione energetica. Daniele Ingemi, meteorologo del Comune, ha analizzato gli eventi estremi dell’area messinese, ricordando l’alluvione del 1° ottobre 2009 come riferimento per scala e impatto. Stefano Mariani (Ispra) ha chiuso la mattinata con il programma europeo Copernicus, che mette a disposizione dati e servizi per monitoraggio, emergenze, sicurezza, mitigazione e adattamento, presentando l’iniziativa nazionale “C3S NCP for Italy”, incentrata su prodotti ambientali e idro-climatici a valore aggiunto, utili anche per ondate di calore, siccità e gestione della risorsa idrica in Sicilia.
Il pomeriggio: gestione del verde e rischio vento, tra metodi e scelte operative
La tavola rotonda “Rischi conseguenziali ai cambiamenti climatici e gestione rischio vento alberature urbane”, moderata dal direttore generale del Comune di Messina, Salvo Puccio, ha messo a fuoco gli strumenti di prevenzione: valutazioni sullo stato degli alberi, decisioni d’abbattimento fondate su studi puntuali e un bilancio del patrimonio arboreo in crescita grazie ai reimpianti. Il dottore agronomo Massimo Tirone (SeaCoop) ha indicato standard elevati di controllo e manutenzione programmata, con una risposta più rapida alle allerte e un salto di qualità reso possibile dalla sinergia con la partecipata. In controluce resta la lezione di Giampilieri e Scaletta: memoria che diventa metodo, dalla sala operativa alle catene di allerta, dalla modellistica alla gestione del territorio e del verde, fino all’educazione al rischio. È su questa catena che oggi si misura il dovere verso le 37 vittime del 2009. “Ricordare” significa tradurre i dati in procedure, e le procedure in azioni che proteggano vite umane. Sempre.

Il colonnello Capizzi

Il meteorologo Daniele Ingemi

L’assessore alla Protezione civile di Messina, Massimiliano Minutoli






