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“Il Lago dei Cigni ovvero Il Canto”, al Vittorio Emanuele di Messina la danza che sfida il tempo

Il Balletto di Roma porta in scena l’1 e 2 novembre 2025 una versione intensa e visionaria del capolavoro di Čajkovskij, firmata da Fabrizio Monteverde

MESSINA – Il fascino immortale del balletto più amato di sempre incontra la profondità della parola teatrale, per uno spettacolo capace di superare i confini del tempo. Il teatro Vittorio Emanuele di Messina apre la stagione di novembre con un appuntamento di rara intensità: “Il Lago dei Cigni ovvero Il Canto”, in scena nella Sala Grande l’1 e 2 novembre 2025. Firmato dal Balletto di Roma con la direzione artistica di Francesca Magnini e la coreografia e regia di Fabrizio Monteverde, lo spettacolo intreccia il capolavoro musicale di Pëtr Il’ič Čajkovskij con le atmosfere malinconiche de “Il canto del cigno” di Anton Čechov, trasformando il celebre balletto in una riflessione poetica sull’arte, sul tempo e sulla memoria.

A dare voce e respiro a questa nuova visione sarà l’orchestra del teatro Vittorio Emanuele, diretta dal maestro Giuseppe Ratti, in una produzione che fonde la potenza evocativa della musica dal vivo con l’intensità espressiva della danza contemporanea.

Monteverde firma una visione poetica e struggente

Dopo il successo internazionale di Giulietta e Romeo, Fabrizio Monteverde torna a reinterpretare un grande classico con la sua cifra stilistica inconfondibile, costruendo una drammaturgia che diventa specchio della vita e del teatro. In questa nuova versione, Il lago dei cigni dialoga con Il canto del cigno di Čechov (1887), in una fusione di linguaggi che sposta l’attenzione dal fiabesco al metafisico. Sul palcoscenico non si consuma solo una storia d’amore, ma il canto ultimo di un’arte che resiste al tempo. I danzatori, ormai “anziani” di una compagnia immaginaria, rievocano i gesti di un passato lontano, una giovinezza che si riflette nelle movenze, negli sguardi e nelle ombre di un “ultimo Lago” mai veramente compiuto.

La versione di Monteverde plasma una Odette/Odile inedita: “donna a metà tra il bene e il male”, simbolo eterno di una dualità che non appartiene solo alla fiaba, ma all’essenza stessa dell’arte. Accanto a lei, il Principe Sigfried (Alessio Di Traglia) e Rothbart (Paolo Barbonaglia) completeranno il quadro drammatico, mentre Roberta De Simone (Cigno Bianco) e Ainhoa Segrera (Cigno Nero) incarneranno le due anime di una femminilità sospesa tra luce e oscurità.

Un capolavoro che si rinnova nel segno dell’eccellenza

La forza visiva della produzione è affidata ai costumi di Santi Rinciari, al lighting design di Emanuele De Maria ed alle creazioni sartoriali dell’Opificio della Moda e del Costume, con maschere realizzate da Crea FX. Un apparato scenico che esalta la drammaticità del gesto e la potenza evocativa delle musiche di Čajkovskij, eseguite dal vivo dall’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele. “Il lago che canta la memoria dell’arte”, così recita il sottotitolo dello spettacolo, non è solo danza, ma canto dell’anima. Un viaggio interiore dove la musica si fa respiro e la bellezza si rinnova in ogni nota, in un dialogo costante tra tradizione e contemporaneità.

Il Balletto di Roma, sessant’anni di tradizione e innovazione

Fondato nel 1960 da Franca Bartolomei e Walter Zappolini, il Balletto di Roma rappresenta una delle istituzioni più longeve e prestigiose della danza italiana, riconosciuto come Marchio Storico d’interesse nazionale dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Oggi, sotto la guida di Luciano Carratoni e la direzione artistica di Francesca Magnini, la compagnia continua a promuovere la danza d’autore italiana nel mondo, con un modello produttivo che unisce rigore tecnico e ricerca espressiva.

Dopo il trionfale China Tour 2023 con Giulietta e Romeo, premiato con il Premio Eccellenza Italia, la compagnia conferma la propria vocazione internazionale, riaffermando la centralità del linguaggio coreutico come veicolo universale di emozione e identità.

Date e orari

Lo spettacolo andrà in scena sabato 1 novembre 2025 alle 21.00 e domenica 2 novembre alle 17.30 alla Sala Grande – Teatro Vittorio Emanuele, Messina