ITALA – “Non si può mettere la pietra tombale su un’opera che Itala considera necessaria”. Da qui riparte Domenico Crisafulli, presidente della Pro loco e promotore nel 2023 di una petizione per il “minisvincolo”, legando la sua posizione al parere negativo espresso nei giorni scorsi dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica sullo svincolo provvisorio della A18 a servizio del cantiere del raddoppio ferroviario Giampilieri–Fiumefreddo. Crisafulli rilancia una soluzione strutturale e condivisa con Rfi e Ministero, mentre il Comune sta valutando il ricorso.
“Decisione in parte prevista, ma l’accesso resta strategico”
Crisafulli, qual è la sua lettura del no del Mase?
“Dispiace, ma era in parte prevedibile. Sin dal primo incontro pubblico erano emerse criticità che non solo non garantivano la permanenza dell’opera, ma rendevano debole anche l’ipotesi di svincolo di cantiere. Io puntavo ad un’opera con caratteristiche tali da rimanere nel tempo a servizio della comunità”.
Quali sono i punti deboli che hanno pesato?
“Il rapporto costi–benefici e l’impatto dentro il contesto urbano. Con un progetto pensato per essere permanente, la stessa valutazione sarebbe stata diversa. Per questo continuo a dire che serve coinvolgere tutti – cittadini, comitati e istituzioni – per chiedere a Ferrovie e Ministero ciò che davvero serve a Itala”.
Impatti e convivenza con il tessuto urbano
Nel provvedimento ministeriale si sottolinea che i benefici attesi a Itala, in termini di mezzi di cantiere sottratti alla viabilità ordinaria, sarebbero limitati, a fronte di effetti prolungati su aree oggi destinate a servizi e residenza: sottrazione di spazi a parcheggio, modifica del paesaggio con tagli di vegetazione, necessità di barriere antirumore e lavorazioni invasive con potenziali criticità acustiche e da vibrazioni in prossimità di abitazioni, scuola e presidi sanitari. Per il Ministero, in sintesi, gli impatti non risultano compensati dall’utilità del collegamento temporaneo.
Se il traffico pesante non è tra i più alti della Riviera, perché insiste?
“Perché lo svincolo avrebbe anche una funzione di protezione civile. Non dimentichiamo l’alluvione del 2009. Un accesso ben progettato è una via di fuga e un presidio di sicurezza per l’intero territorio”.
Il parere negativo chiude la partita?
“So che l’amministrazione sta valutando un ricorso. Spetta a sindaco e legali verificare se esistono motivi fondati, altrimenti si rischia un costo senza risultato. Ma, per quanto mi riguarda, l’idea di uno svincolo serio e stabile non va archiviata”.
Opere compensative e “ferite” nel paesaggio
Che cosa chiede nell’immediato, se lo svincolo provvisorio non si farà?
“Di riaprire il capitolo delle opere compensative. Ci sono interventi che hanno già inciso sul paesaggio – penso ai pannelli in piazza De Gasperi – e che andrebbero ripensati. Occorre rimettere i riflettori su queste scelte e pretendere soluzioni migliori”.
La battaglia continua?
“Assolutamente sì. Confronto e partecipazione, non scontro. L’obiettivo è ottenere opere utili e sostenibili per Itala, tenendo insieme sicurezza, qualità della vita e tutela del paesaggio”.






