TAORMINA – La stabilità del centro cardiologico pediatrico di Taormina, punto di riferimento per la cardiochirurgia infantile in Sicilia, continua a essere una questione aperta e di grande preoccupazione per i genitori. Martedì, davanti alla Presidenza della Regione siciliana a Palermo, si è svolta una manifestazione organizzata dal comitato genitori del centro cardiologico pediatrico di Taormina. L’obiettivo: ottenere risposte chiare sul futuro del centro, ancora avvolto da incertezze e ritardi decisionali.
Una delegazione è stata ricevuta nella mattinata dal dirigente regionale Salvatore Iacolini, con l’incontro che si è protratto fino al primo pomeriggio. La Regione ha ribadito l’intenzione di mantenere il centro, ma l’ipotesi di una proroga della sua collocazione attuale non è esclusa, evidenziando la difficoltà nel definire una sede definitiva.
Un’eccellenza in bilico
Dal 4 luglio scorso, quando la Regione e il Ministero della Salute avevano assicurato un futuro stabile per il centro durante un evento pubblico a Taormina, poco è stato fatto per dissipare le ombre. Il centro, gestito dall’ospedale Bambino Gesù di Roma, ha rappresentato per anni un faro per la sanità pediatrica non solo in Sicilia, ma anche nell’intero Mediterraneo, guadagnandosi un ruolo cruciale nel piano Mattei per il miglioramento delle condizioni sanitarie nei Paesi limitrofi.
Tuttavia, il nodo cruciale resta la nuova rete ospedaliera siciliana, la cui definizione è attesa entro luglio 2025. Tra le ipotesi sul tavolo, spicca il possibile trasferimento del centro al Policlinico di Messina o al Papardo, per rispettare i criteri che richiedono la presenza di un reparto di cardiochirurgia per adulti nelle vicinanze. L’attuale collocazione al San Vincenzo di Taormina, pur garantendo standard elevatissimi, è messa in discussione per il mancato riconoscimento del nosocomio come ospedale di livello 2.
La protesta dei genitori
I genitori dei piccoli pazienti, uniti nel comitato, hanno espresso forte preoccupazione non solo per il rischio di trasferimento, ma anche per il continuo ricorso a proroghe. “Non ci interessa dove sarà collocato il Centro, ma chiediamo che vengano garantiti gli stessi standard di qualità, se non migliorati,” hanno sottolineato i manifestanti, evidenziando la fiducia nelle valutazioni dell’equipe del Bambino Gesù.
Molti hanno raccontato esperienze personali che mettono in luce l’importanza del centro. “Mia figlia è stata operata due volte a cuore aperto nei primi mesi di vita. Per noi Taormina è un porto sicuro,” ha dichiarato uno dei genitori. La protesta pacata ma determinata vuole spingere le istituzioni a mantenere un servizio fondamentale per tanti bambini, non solo siciliani.
Le richieste e le prospettive
Il comitato chiede alla Regione Siciliana di dialogare con i medici e il personale del Bambino Gesù per individuare la soluzione migliore. Al contempo, invoca chiarezza e tempestività per evitare che ulteriori ritardi compromettano la stabilità di un’eccellenza sanitaria.
Il futuro del Centro Cardiologico Pediatrico di Taormina, come hanno ribadito i genitori, non può essere deciso esclusivamente da logiche politiche o burocratiche, ma deve prioritariamente tenere conto del benessere dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. La sanità siciliana non può permettersi di perdere un gioiello come il Ccpm, simbolo di speranza e di cure di altissimo livello.
Nel servizio ascoltiamo e vediamo le testimonianze di Maria Rabuazzo e Giuseppe Garozzo, i quali raccontano le preoccupazioni e le richieste delle famiglie, che chiedono risposte concrete per preservare questa eccellenza. Approfondiamo la questione con Valeria Maglia, giornalista, per analizzare gli sviluppi della vicenda.