TAORMINA – Emmanuel Alejandro Granadino è venuto al mondo il 15 ottobre 2024, in un piccolo ospedale sulla costa venezuelana, riempiendo di gioia i suoi genitori. Ma la felicità per la sua nascita è durata appena due giorni: una diagnosi inaspettata ha trasformato quei momenti in un incubo. Emmanuel soffriva di una grave cardiopatia congenita, la trasposizione delle grandi arterie (TGA), una condizione che minacciava ogni suo respiro, rendendo impossibile al cuore ossigenare correttamente il sangue. Da quel momento, la sua vita è diventata una corsa contro il tempo.
Il difficile percorso in Venezuela
Dopo i primi interventi d’urgenza presso l’Ospedale Militare di Caracas, Emmanuel ha continuato a lottare tra crisi respiratorie, ipossia e infezioni. I medici hanno prescritto farmaci per stabilizzarlo, ma è presto emerso un dato preoccupante: l’intervento chirurgico necessario per correggere la sua condizione non era eseguibile in Venezuela a causa della mancanza di attrezzature adeguate.
In un Paese segnato da gravi carenze nel sistema sanitario, la famiglia ha affrontato enormi difficoltà per procurarsi farmaci e materiale medico, spesso reperiti all’estero. Nonostante tutto, l’unica speranza per Emmanuel era un intervento che richiedeva il trasferimento all’estero.
L’incontro con la Fondazione Germano Chincherini
La svolta è arrivata grazie alla Fondazione Germano Chincherini, che si è fatta carico di organizzare e finanziare il trasferimento di Emmanuel e sua madre in Italia. “All’inizio non potevo crederci – racconta mamma Emelis – Pensavo fosse impossibile, ma Dio ascolta le nostre preghiere e mette sul nostro cammino persone buone.”
Grazie al supporto della fondazione, Emmanuel è stato operato con successo nei giorni scorsi dal chirurgo Sasha Agati, ricevendo le cure di cui aveva disperatamente bisogno. Emelis racconta: “Quando mi hanno dato la notizia che c’era una fondazione pronta ad aiutarci, ho provato pace e tranquillità come non sentivo da tempo.”
Un nuovo inizio
L’intervento ha regalato una nuova speranza a Emmanuel e alla sua famiglia. Ora, dopo mesi di angoscia e incertezze, possono guardare al futuro con serenità. “Ringraziamo Dio e la Fondazione Germano Chincherini per averci dato questa opportunità. Non smetteremo mai di essere grati,” ha concluso Emelis con emozione.