MESSINA – Santo Stefano Medio, piccolo villaggio della zona sud di Messina, custodisce un profondo legame con la sua storia, la fede e il paesaggio che lo circonda. Punto di riferimento della comunità è la chiesa dedicata a San Gaetano da Thiene, patrono del borgo, la cui devozione si manifesta ogni anno con celebrazioni e pellegrinaggi che attraversano il suggestivo sentiero verso Petrojeni, località caratterizzata da imponenti pareti rocciose, sorgenti d’acqua e antiche opere di ingegneria idraulica.
Il cammino, percorso tradizionalmente in prossimità della festa del santo il 7 agosto, conduce i fedeli fino a un’edicola votiva situata lungo il torrente, a circa cinque chilometri dal centro abitato. Questo luogo, simbolo di spiritualità e tradizione, un tempo si trovava sull’altro versante della valle, ma venne spostato negli anni ‘30 per far posto ai lavori di canalizzazione delle sorgenti locali.
Un acquedotto mai entrato in funzione
L’area di Pietrojeni è ricca di sorgenti naturali, la cui abbondanza spinse le autorità dell’epoca a realizzare un acquedotto destinato a rifornire parte della città di Messina. Per proteggere le gallerie idriche e canalizzare le acque, furono costruite briglie, pavimentazioni in pietra e condotte sotterranee, trasformando il paesaggio con strutture ancora oggi visibili. Tuttavia, il progetto si scontrò con le esigenze degli agricoltori locali, che da generazioni utilizzavano quell’acqua per irrigare i fertili agrumeti della vallata. Dopo un lungo contenzioso, si giunse a un accordo: le acque di Pietrojeni avrebbero servito la città solo nei periodi in cui non fossero state necessarie per l’irrigazione. Oggi, però, la condotta dell’acquedotto è in gran parte danneggiata e inutilizzata, e le acque in eccesso si riversano direttamente nel torrente.
Un territorio ancora produttivo grazie all’agricoltura locale
Nonostante le vicissitudini legate alla gestione delle acque, la gola di Petrojeni resta un’area di grande valore agricolo, dove l’antica saia, un sistema di canalizzazione tradizionale, continua a distribuire l’acqua ai campi. Sulle sponde del torrente Mezzano, molti appezzamenti sono ancora coltivati a agrumeti rigogliosi, spesso dotati di cisterne e vasche per la raccolta idrica.
Uno degli esempi più significativi è l’azienda di Tonino Zagami, giovane agricoltore che ha recuperato un terreno incolto trasformandolo in un florido limoneto. Con circa 800 piante di limone Interdonato su un’area di 2,5 ettari, Zagami utilizza un moderno impianto di irrigazione a goccia alimentato dalle acque del consorzio di Petrojeni.