MESSINA – Ritorna sul palcoscenico, con la forza di una tradizione che resiste al tempo, “Pipino il Breve” ovvero la nascita di Carlo Magno, commedia musicale scritta da Tony Cucchiara nel 1978 e ormai divenuta un caposaldo del teatro popolare siciliano. A quasi cinquant’anni dal debutto, lo spettacolo riprende vita sotto la regia di Giuseppe Romani con una nuova edizione che conserva intatta la freschezza originaria. Protagonista assoluto, ancora una volta, l’inossidabile Tuccio Musumeci, icona del teatro comico, che torna a vestire i panni del re dei Franchi con la verve che da sempre lo contraddistingue.
Dal 9 all’11 maggio, al teatro Vittorio Emanuele, lo spettatore sarà immerso in una fiaba che intreccia storia e fantasia, comicità e sentimento, tradizione epica e musicalità vivace. Un ritorno atteso, che promette di conquistare un pubblico intergenerazionale grazie a un allestimento corale, brillante e ricco di suggestioni visive e sonore.
Una favola storica in chiave musicale
La narrazione ruota attorno alle vicende di Pipino il Breve, sovrano francese deciso a sposare la giovane principessa Berta d’Ungheria, nota come “dal gran piede”. Il viaggio che precede le nozze, però, si complica a causa dell’inganno orchestrato da Falista, figlia del conte Belisario che, approfittando della somiglianza con Berta, tenta di prenderne il posto ordinando al suo scudiero di eliminarla. Il racconto si sviluppa così tra travestimenti, sortilegi, colpi di scena e duelli cavallereschi, seguendo un ritmo serrato che porta infine alla nascita di Carlo Magno.
Attraverso tredici quadri, la commedia dipinge un mondo animato da figure archetipiche tra re, regine, cavalieri, cortigiani, rievocando il codice simbolico dell’opera dei pupi, ma trasportandolo in una forma teatrale musicale capace di parlare anche al pubblico contemporaneo.
Un allestimento spettacolare tra tradizione e modernità
La forza di questa produzione risiede nella coralità dell’impianto scenico e nella qualità della realizzazione artistica. Le musiche, originali e trascinanti, sono firmate dallo stesso Cucchiara, mentre le coreografie sono curate da Silvana Lo Giudice, riprese da Giorgia Torrisi. Le scene e i costumi, ideati da Francesco Geracà, si ispirano alla tradizione epico-cavalleresca siciliana, con dettagliate armature realizzate dai fratelli Napoli, storici maestri dell’opera dei pupi.
In scena, oltre al carismatico Musumeci, un nutrito cast di attori, cantanti e ballerini composto da: Lydia Giordano nei panni di Berta, Olivia Spigarelli e Emanuele Puglia rispettivamente nel ruolo di Belisenda e Filippo, sovrani d’Ungheria. Evelyn Famà nelle vesti della perfida Falista, Gabriele Manfredi nel ruolo del conte Belisario e ancora Massimiliano Costantino, Dario Castro, Cosimo Coltraro, Andrea Di Falco, Laura De Palma, Margherita Mignemi e molti altri. Accanto a loro, un ensemble di musicisti e cantastorie, tra cui Flaminia Castro, Roberto Fuzio, Francesco Messina e Alessandro Pizzimento, accompagnando la narrazione con suoni che evocano suggestioni popolari e medievali.
Tuccio Musumeci, simbolo vivente del teatro popolare
È la presenza di Tuccio Musumeci a dare ulteriore valore e spessore a questa ripresa. Il grande attore catanese, tra i capocomici più amati del teatro italiano, torna con entusiasmo a vestire i panni di Pipino, personaggio ironico e visionario che gli ha regalato applausi per decenni. La sua interpretazione, leggera e profonda al tempo stesso rappresenta una lezione di comicità misurata, mestiere teatrale e capacità di stare in scena che incanta e diverte, senza mai banalizzare.
Una commedia senza tempo che parla al presente
L’opera, non è solo un omaggio alla memoria teatrale, ma un esempio di come la cultura popolare possa evolversi, mantenendo vivi i codici della tradizione e restituendoli in chiave nuova e condivisibile. La scelta di riproporre questa commedia musicale, a distanza di quasi mezzo secolo, non è nostalgica, ma profondamente culturale ricordando quanto la storia, l’ironia e la musica siano ancora strumenti potenti per comunicare l’identità collettiva, i sentimenti umani ed il nostro bisogno di raccontare e raccontarci.
Lo spettacolo andrà in scena, venerdì 9 e sabato 10 maggio alle 21.00 e domenica 11 maggio alle 17.30, tre appuntamenti imperdibili con una delle opere più amate del teatro musicale italiano, che torna ad emozionare e divertire con la forza della sua leggenda, la magia del suo allestimento e la voce viva del teatro che resiste, si rinnova e continua a raccontare.