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INFRASTRUTTURE

Ponte sullo Stretto, il governo vara il piano anti-mafia: stretta su espropri e appalti

Vertice al Mit con Salvini e le istituzioni coinvolte. Modello Milano-Cortina per prevenire infiltrazioni. Bonelli attacca: “Costi raddoppiati, aggirata la gara”

MESSINA – Un vertice operativo convocato al Ministero delle Infrastrutture segna un nuovo passaggio nella corsa alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Ma questa volta l’attenzione si concentra più sui meccanismi di controllo che sui cantieri. Al centro dell’incontro, infatti, non ci sono stati soltanto cronoprogrammi e finanziamenti, ma la costruzione di una vera e propria barriera anti-infiltrazioni criminali. Il governo mette sul tavolo un Piano di legalità che punta a blindare l’opera dal rischio mafie sin dalle prime fasi, a cominciare dagli espropri.

L’obiettivo è replicare, con aggiornamenti e misure rafforzate, il modello di monitoraggio già sperimentato per le opere olimpiche di Milano-Cortina 2026. “Il Ponte non sarà solo un’impresa ingegneristica ma anche un simbolo di legalità e rigore”, fanno sapere dal Mit. Salvini, ha illustrato una strategia costruita con il supporto del Ministero dell’Interno e delle prefetture interessate.

Nel mirino della nuova rete di controlli ci sono in particolare gli appalti, la selezione delle imprese, le subforniture e, in primis, le procedure di esproprio. “Si agirà fin dall’inizio per prevenire qualunque appetito delle organizzazioni mafiose” assicurano dal ministero.

Bonelli: “Gara evitata, spesa raddoppiata”

Ma mentre da Roma si annunciano protocolli e controlli, crescono le accuse di opacità. Il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli denuncia una forzatura normativa sull’appalto: “Il governo fissa l’importo a 6,7 miliardi, cancellando ogni riferimento alla gara del 2005 vinta per 3,9 miliardi. Una manovra che consente di evitare una nuova gara europea, nonostante l’aumento dei costi sia ben oltre il 50%”.

Bonelli punta anche il dito sul valore indicato nel DEF 2023: 14,6 miliardi di euro. “Si gettano miliardi in un’opera anacronistica – afferma – mentre il Paese affronta frane, alluvioni e ponti che crollano. È un comportamento che rischia di portare a una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea”.

Società Stretto: “Pronti per il Cipess entro giugno”

Intanto, la macchina istituzionale va avanti. La Società Stretto di Messina conferma che è in fase di completamento la documentazione necessaria all’approvazione definitiva da parte del Cipess. “Il nostro obiettivo – ha dichiarato l’amministratore delegato Pietro Ciucci – è presentare il progetto entro la fine di giugno. A quel punto, se ci sarà l’ok, i cantieri potranno partire”.

Manca ancora la chiusura del procedimento di valutazione di impatto ambientale, ma Ciucci si mostra fiducioso: “Se l’iter andrà come previsto, l’estate segnerà l’avvio concreto dell’opera”.

Una corsa a ostacoli tra norme, politica e territorio

Il Ponte sullo Stretto torna così al centro del dibattito nazionale, non solo come progetto infrastrutturale ma anche come banco di prova per la trasparenza nelle grandi opere. Da un lato, il governo accelera e rassicura sul fronte della legalità; dall’altro, l’opposizione solleva dubbi su numeri, procedure e finalità. Il prossimo passaggio cruciale sarà la decisione del Cipess. E da lì in avanti, ogni movimento sarà sotto osservazione. Anche da Bruxelles.