SANT’ALESSIO SICULO – Capo Sant’Alessio, il primo sperone roccioso che si incontra lungo la costa orientale della Sicilia, tra Messina e Taormina. Un luogo dove storia e natura si intrecciano in un paesaggio mozzafiato, dominato dall’imponente castello di origine bizantina che si erge sulla sua sommità. Questa fortificazione, nel corso dei secoli, ha avuto un ruolo strategico fondamentale: dalla rupe si poteva controllare l’intero litorale e avvistare in tempo l’arrivo di eventuali eserciti nemici.
Ma Capo Sant’Alessio non è soltanto storia e architettura. È anche un luogo dalle forti suggestioni naturali, ricco di grotte, cavità e anfratti modellati nel tempo dall’erosione marina. Alcune di queste grotte nascondono piccole meraviglie, come le micro spiagge che si formano al loro interno grazie ai sedimenti trasportati dal vicino torrente Agrò, che sfocia poco più a nord. Durante le piene, infatti, il torrente riversa in mare una grande quantità di materiale sabbioso che le correnti marine spingono verso il promontorio, contribuendo a plasmare ambienti unici e inaspettati.
Una delle grotte più suggestive è la cosiddetta Grotta di Mezzo, nota localmente come Rutta i Menzu. Questa cavità presenta un doppio accesso, di cui uno più vicino alla spiaggia e l’altro sul versante orientale del capo. All’interno si sviluppa un ambiente profondo e suggestivo, che in alcuni tratti diventa completamente buio. Le pareti verticali si tuffano nel mare formando una sorta di piscina naturale, mentre nei punti meno esposti alla luce si osservano colonie di corallo arancione mediterraneo, favorito negli ultimi anni dall’innalzamento delle temperature marine.
La Grotta di Mezzo custodisce anche una piccola spiaggia, rifugio di numerose specie di uccelli marini. Tra le presenze più affascinanti si ipotizza quella dell’uccello delle tempeste, una specie rara e solitamente localizzata in luoghi molto isolati come l’isola di Linosa.
Sul versante sud del promontorio, invece, si apre l’area più selvaggia e incontaminata di Capo Sant’Alessio. Qui la roccia scende a picco per 90 metri sul mare, dominata dall’alto da uno dei torrioni del castello. Ai piedi della scogliera, tra scogli sommersi e fondali ghiaiosi, vive un ecosistema marino ricchissimo, popolato da pesci di roccia e da altre specie tipiche del Mediterraneo.
L’intera area è anche un importante habitat per l’avifauna: tra le pareti e la vegetazione mediterranea si possono osservare esemplari di falco pellegrino, martin pescatore e ghiandaia marina, specie rare che confermano l’alto valore ecologico del sito. Proprio per queste caratteristiche uniche, è in corso la valutazione per l’istituzione di un’area marina protetta che tuteli questo patrimonio ambientale straordinario e ne favorisca una fruizione sostenibile.