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Basile risponde a Pietrafitta: “Nessuna incompatibilità per il dg Campagna”

Città Metropolitana. Il sindaco metropolitano chiarisce il caso sollevato da un'interrogazione del consigliere: "Errore su organi e normative, il direttore generale è legittimamente in carica"

MESSINA – Nessuna incompatibilità per il direttore generale della Città metropolitana di Messina, Giuseppe Campagna. Lo ha ribadito ufficialmente il sindaco metropolitano Federico Basile in una nota di risposta all’interrogazione presentata dal consigliere Carmelo Pietrafitta, che chiedeva chiarimenti in merito a una presunta situazione di incompatibilità o inconferibilità ai sensi del decreto legislativo n. 39/2013.

La vicenda nasce da una formale interrogazione protocollata il 9 giugno 2025, in cui il consigliere Pietrafitta ha espresso dubbi sulla legittimità della posizione di Campagna, in precedenza nominato presidente di una presunta “Azienda Servizi Metropolitani di Messina” e poi divenuto direttore generale dell’Ente.

Ma secondo la risposta di Basile, la ricostruzione del consigliere presenta molteplici errori di forma e di merito. Innanzitutto, il sindaco sottolinea come l’interrogazione sia stata indirizzata impropriamente al “Sindaco del Consiglio Metropolitano”, figura inesistente: il sindaco è infatti organo della Città metropolitana e non del Consiglio, che è un organismo collegiale distinto.

Inoltre, nella sua interrogazione Pietrafitta fa riferimento a un ente denominato “Azienda Servizi Metropolitani di Messina”, che però – chiarisce Basile – non risulta esistente nell’ambito dell’ente sovracomunale. Probabilmente, secondo il sindaco, il consigliere si riferiva all’ASM del Comune di Taormina, ma anche in questo caso si tratterebbe di un errore non secondario, aggravato dalla citazione di una norma giuridica “inesistente”.

“Campagna – si legge nella replica del sindaco metropolitano – riveste il ruolo di Direttore generale in modo pienamente legittimo e compatibile, non esistendo alcuna causa di inconferibilità né, tanto meno, di incompatibilità”. La risposta sottolinea inoltre che sarebbe stato sufficiente “documentarsi con le semplici e banali modalità indicate nella nota di riscontro” per evitare fraintendimenti.

Per Basile, il vero problema non risiede in una presunta incompatibilità di Campagna, ma in una mancata conoscenza da parte dell’interrogante della normativa vigente e della struttura della Città metropolitana, così come dei fatti oggetto dell’interrogazione. Una stoccata, quella del sindaco, che chiude con tono critico ma netto una vicenda destinata a sollevare più di un interrogativo sui metodi e la preparazione di parte dell’opposizione.