SiciliaSpettacoli
MULTIMEDIA

AUDIO Antillo in lutto per padre Egidio. “I miei 50 anni da prete: che emozione quando Papa Paolo VI mi ordinò. Ve lo racconto…”

Si è spento a 81 anni lo storico parroco di Santa Maria della Provvidenza. Camera ardente da giovedì 16 ottobre nella chiesa madre; funerali venerdì alle 16

L’intervista realizzata nell’agosto del 2020 a Padre Egidio, per i 50 anni di sacerdozio

ANTILLO – Si chiude un capitolo lungo oltre mezzo secolo nella storia di Antillo. Ieri sera, nella sua abitazione, è morto padre Egidio Mastroeni, 81 anni, guida della parrocchia Santa Maria della Provvidenza per più di cinquant’anni. Aveva manifestato problemi di salute nell’ultimo periodo, ma nulla lasciava presagire un epilogo così improvviso. La camera ardente è allestita dalle 7,30 di oggi, giovedì 16 ottobre, nella chiesa madre; le esequie si terranno venerdì 17 ottobre alle 16, alla presenza di fedeli e amici provenienti da tutta la Val d’Agrò.

La missione sacerdotale di don Egidio è racchiusa in una intervista che ho avuto il piacere di realizzare nell’agosto del 2020, in occasione del cinquantesimo della sua ordinazione. Un giorno speciale. Ad ordinarlo fu Papa Paolo VI in Vaticano. Nell’intervista padre Egidio ricorda con grande emozione quel giorno e spiega il motivo per il quale ad ordinarlo fu il Pontefice.

La vocazione, l’ordinazione da Paolo VI e l’arrivo nel borgo

Originario di Antillo, don Egidio Mastroeni visse il momento fondativo della sua vocazione il 17 maggio 1970, quando, a 26 anni, fu ordinato sacerdote nella basilica di San Pietro in Vaticano da papa Paolo VI, in una domenica di Pentecoste che condivise con altri 277 diaconi di tutto il mondo e che non dimenticò mai. Dopo l’ordinazione prestò servizio come vicario auditore accanto a don Antonino Stella dal 1970, quindi come parroco a Mandanici dal 1971 al 1973. Nel giugno del 1973 fece ritorno nel suo paese da parroco di Santa Maria della Provvidenza e, da allora, rimase ad Antillo fino all’ultimo giorno, intrecciando la propria biografia con quella della comunità.

Accanto al ministero pastorale, per lunghi anni insegnò Religione al Liceo classico di Santa Teresa di Riva, contribuendo alla formazione di intere generazioni di studenti; per un periodo seguì anche la comunità di Mitta, a Casalvecchio. Nel 2020, al compimento del 50º di sacerdozio, Antillo gli rese omaggio con una solenne celebrazione presieduta dal vescovo ausiliare di Messina, mons. Cesare Di Pietro, posticipata di alcuni mesi a causa dell’emergenza sanitaria. In quell’occasione furono molti i sacerdoti e gli amministratori della vallata a stringersi attorno a lui. “Non mi aspettavo tanto calore, ne sono rimasto positivamente sorpreso e commosso”, disse allora con la consueta umiltà.

Il “Giardino di Redenzione”, la “Casa della Provvidenza” e un ministero fatto di prossimità

Dalla sua visione nacque nel 1974 il “Giardino di Redenzione”, sulla sommità di Pizzo Cancello, a seicento metri d’altitudine: tre ettari immersi nel verde, pensati come luogo di silenzio, preghiera e servizio. Al suo interno sorse la “Casa della Provvidenza”, opera socio-religiosa di volontariato per il sollievo della sofferenza, edificata passo dopo passo grazie alla generosità degli antillesi, all’impegno dei volontari e al sostegno di tanti benefattori. La struttura, dotata oggi di 17 camere, può accogliere da 24 a 40 persone per ritiri, convegni, seminari, corsi di formazione al volontariato, soggiorni climatici e giornate di solidarietà rivolte a disabili, malati, anziani e persone in difficoltà.

Non fu soltanto un costruttore di opere, ma un parroco di prossimità: catechesi, visita alle famiglie, cura dei giovani e degli anziani, attenzione ai passaggi della vita (battesimi, prime comunioni, matrimoni, lutti) che hanno scandito la storia di un’intera comunità. Chi lo ha conosciuto ricorda il tratto mite, la parola misurata, la scelta di stare accanto senza clamore. “È stato ed è una guida spirituale, punto di riferimento per tutta la comunità”, sottolineò il sindaco di Antillo, Davide Paratore, in occasione del suo giubileo sacerdotale.

Nel suo ministero non mancò il dialogo con le nuove generazioni. Tra i suoi alunni, al Liceo classico di Santa Teresa, anche chi avrebbe poi intrapreso la via del sacerdozio: relazioni nate sui banchi, proseguite negli anni, divenute amicizie fondate su stima e riconoscenza. È questa eredità di legami – più ancora delle opere – a spiegare perché la notizia della scomparsa abbia suscitato un sentimento corale di gratitudine.
Resta nella memoria di molti anche il filo diretto con la Pentecoste della sua ordinazione: parole di Paolo VI che, nel Regina Caeli del 17 maggio 1970, definì quella celebrazione “una bella Pentecoste”. Frasi che padre Egidio amava ricordare come cifra della sua vita: dono ricevuto, donato a sua volta, con semplicità.

In queste ore Antillo gli rende omaggio nella chiesa madre, dove la camera ardente accoglie il flusso ininterrotto di chi desidera rivolgergli un’ultima preghiera. Il commiato di domani sarà il momento comunitario di un addio che non spegne quanto ha seminato: una rete di persone, luoghi e gesti che continueranno a parlare di lui. La parrocchia di Santa Maria della Provvidenza, il “Giardino di Redenzione” e la “Casa della Provvidenza” restano i segni concreti di un sacerdozio vissuto nel segno dell’umiltà, della fedeltà e del servizio.